Visitare Serramonacesca, una località in Abruzzo

Non è fra i paesi più famosi d'Abruzzo, eppure Serramonacesca possiede una delle più famose Abbazie esistenti, un eremo, un castello e delle gole di grande pregio paesaggistico. Un paese che sorprende il visitatore e offre una pluralità di cose da vedere.

Serramonacesca, Abbazia di San Liberatore a Majella



Ricordo ancora uno dei primi esami di architettura. Era quello di storia, e nel vasto programma di studio, che comprendeva le meraviglie rinascimentali di Roma e Firenze, erano state inserite anche delle chiese abruzzesi. Non se ne parla molto al di fuori della regione e in pochi le conoscono. Ma quelle qui presenti sono fra le più belle mai costruite e l’Abbazia di San Liberatore a Majella ne è l’esempio maestro. Lo stile è il romanico, il periodo storico è il nuovo millennio, in quell’anno 1007.

Ma prima di parlare della chiesa, evitando di annoiarvi con una descrizione architettonica dell’insieme, è giusto che cominci dal raccontarvi di Serramonacesca, il paese in cui è situata. Si trova nell’entroterra abruzzese, nelle vicinanze di Manoppello, ed è un piccolo paese con poco più di 500 abitanti. Viene tagliato dalla strada e su di essa si affacciano una piazza, palazzine a schiera, murales. Sul curvone di accesso c’è il bar, posizionato al fianco di un arco. Serramonacesca diviene ancor più interessante se ci si sposta a pochi minuti verso l’interno. È qui che si trovano l’Abbazia di San Liberatore a Majella, l’Eremo di Sant’Onofrio e il Castel Menardo. Quest’ultima costruzione è diroccata e la visita potrebbe risultare pericolosa.

Serramonacesca, Abbazia di San Liberatore a Majella



L’ABBAZIA DI SAN LIBERATORE A MAJELLA

Dopo un paio di km dal centro del paese, si scorge fra la vegetazione dapprima il campanile e successivamente la facciata a salienti dell’Abbazia. Si può parcheggiare lungo la strada ed entrare dal cancelletto di ingresso. Alle volte è chiuso, tuttavia si apre con facilità. Permette di entrare nel giardino che circonda la costruzione, in cui sostare per godersi il momento all’ombra della facciata. Una facciata a salienti, con tre portali a scandire le tre navate interne. Ognuno di essi è decorato con bassorilievi, molto più elaborati rispetto al resto della costruzione. Quasi attaccato all'Abbazia, c’è il campanile, caratterizzato da tre ordini di aperture che variano a seconda del piano: monofore, bifore, trifore. Creano un disegno dinamico che ha lo scopo di alleggerire il peso nei piani superiori.

Serramonacesca, navata principale dell'Abbazia di San Liberatore a Majella

Serramonacesca, pulpito dell'Abbazia di San Liberatore a Majella


All’interno l’Abbazia è divisa in tre navate, separate da pilastri a sezione quadrata, che formano archi a tutto sesto. In corrispondenza di ogni arco si hanno delle finestre, anch’esse a tutto sesto. Portano la luce in una navata centrale molto luminosa. Nella mezzeria compare il pulpito in pietra, sorretto da quattro colonnine di cui una sola decorata. Sulla navata di destra l’affresco sul quale è riportato il progetto originale dell’Abbazia: ci permette di capire come sarebbe dovuta essere la facciata, leggermente diversa dall’attuale. Più elaborata, con tre archi, un loggiato e un campanile più alto. Furono i crolli e i gusti del tempo a far cambiare il tutto. Al di là del cambiamento in corso d’opera, resta un dubbio: ma la chiesa fu voluta per volere di Carlo Magno?

Serramonacesca, affresco con progetto originale dell'Abbazia di San Liberatore a Majella



LE GOLE DELL’ALENTO

Al fianco dell’Abbazia – ponendosi in facciata sulla sinistra, altezza campanile – comincia il sentiero che conduce alle sottostanti Gole dell’Alento. Una passeggiata di cinque minuti che dopo una discesa, un paio di ponticelli in legno, e una salita con scale in terra, conduce fino a una radura ricavata fra le gole. La luce filtra poco e rende questo ambiente molto umido, tanto da far formare il muschio su gran parte della superficie. Il canale scavato dall’acqua rende il tutto ancor più bello e impreziosisce questo luogo.

Serramonacesca, Gole dell'Alento


Lungo la parete di sinistra si vedono delle nicchie scavate nella roccia. Sono delle tombe rupestri e si ipotizza fossero utilizzate da un gruppo di eremiti fra l’VIII e il IX secolo. Dalla toponomastica locale, si deduce che il luogo fosse dedicato a San Giovannino (San Giuannelle), probabilmente per la presenza di una statua oggi perduta.


EREMO DI SANT’ONOFRIO

Dall’Abbazia di San Liberatore a Majella si ritorna verso il centro del paese, svoltando sulla sinistra prima dell’ingresso allo stesso, e seguendo le indicazioni per l’eremo. Si incontra il Castel Menardo dall’altra parte del versante e si arriva a ridosso di un piccolo spiazzo dove parcheggiare. Si procede a piedi, per circa 30 minuti di cammino.

L’Eremo si trova all’interno di una formazione rocciosa, e possiede una sua facciata austera. Al suo interno si trova una prima stanza adibita a chiesa, e quindi altri vani accessori. Una campana può essere suonata con una cordicella e sopra l’altare spicca la figura di Sant’Onofrio, completamente nudo e coperto dalla sua stessa peluria.

Serramonacesca, Eremo di Sant'Onofrio



COME ARRIVARE A SERRAMONACESCA

Serramonascesca si trova nell'entroterra pescarese. Autostrada A25 Pescara-Roma, uscita Alanno/Scafa. Prendere la Tiburtina SS5 e immettersi lungo la SS539 in direzione Serramonacesca (S62). In treno bisogna scendere nella stazione Scafa/San Valentino/Caramanico e prendere l'autobus per Serramonacesca. In Autobus autolinee ARPA.


IN QUALE PERIODO VISITARE SERRAMONACESCA

L'Abbazia di San Liberatore a Majella può essere visitata tutto l'anno, così come le Gole dell'Alento (prestare la massima attenzione a eventuali precipitazioni). L'Eremo di Sant'Onofrio, trovandosi a mezz'ora dal punto di partenza, è più adatto in un periodo non prettamente invernale (primavera fino all'autunno).


Scritto: Febbraio 2018 
Ultima Modifica: Febbraio 2018

1 commento:

  1. Queste Gole dell'Alento e l'Eremo di Sant'Onofrio mi intrigano tantissimo ������ mi sa, mi sa che è ora di venirti a trovare in quel dell'Abruzzo

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