Il Carso: dal borgo di Štanjel ai vitigni del Terrano

Il Carso è una delle Regioni più importanti della Slovenia ed è famosa per il suo terreno calcareo. Qui si trova il famoso borgo di Štanjel, in cui visse l’architetto Maks Fabiani. Qui vengono coltivati vitigni dalle caratteristiche uniche nel loro genere, come il Terrano. Una piccola realtà da scoprire. 

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Štanje, vista del campanile di San Daniele


Il ponte fra l’Italia e la Slovenia è il Carso, una terra di mezzo situata al confine della provincia di Trieste. Ha una conformazione del tutto particolare, che ne fa un altopiano carsico (da qui il nome) e calcareo che dai 200 sale fino ai 400 metri sul livello del mare, plasmando un territorio a stretto contatto con i venti. Le rocce sono le sue protagoniste, alcune delle quali risalenti a 100 milioni di anni fa, che celano gole e grotte, queste ultime visitabili. Il Carso è soprattutto storia e cultura, dalle tante dominazioni che si sono susseguite, fino ai giorni nostri con le guerre alternatesi nel XX secolo. 


Il BORGO DI ŠTANJEL

La località più importante del Carso è Štanjel (San Daniele del Carso). È uno dei più antichi insediamenti della regione e la sua storia è da far risalire alla preistoria. Lo sviluppo urbano, invece, ci fu durante il medioevo quando le abitazioni furono addossate a fungo attorno al castello. Fu protetto da una nuova cinta muraria, per prevenire l’attacco dei turchi diretti a Vienna. E quindi passò in mano a ricche famiglie, quali i Conti di Gorizia e i Conti Cobenzl che completarono l’abitato donandogli l’aspetto attuale. Fra le abitazioni svetta la Chiesa di San Daniele, con la sua cupola fuori dal comune: ha una forma che ricorda una Tiera, ossia il copricapo papale. Secondo altre teorie va a ricordare la forma di un limone, sta di fatto che non esiste una verità appurata. La chiesa risale al XV secolo, il campanile al 1609. Ma fu nel XX secolo che il borgo di Štanjel visse un rinascimento.

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Štanje, mura del castello

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Štanjel, campanile di San Daniele


Il fautore della riqualificazione di Štanjel è l’architetto Maks Fabiani. Nacque a Kobdilj nel 1865 e fu anche un docente universitario, un filosofo e uno scrittore. Operò molto nel settore dell’urbanistica, realizzando oltre 60 piani regolatori, fra cui quello di Lubiana. Lavorò soprattutto per l’Impero Austroungarico e anche dopo il passaggio delle sue terre all’Italia, continuò la sua produzione architettonica. Fu lui che pensò alla realizzazione del Sentiero Circolare Panoramico e del Giardino Ferrari, un’opera paesaggistica di grande qualità.

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Štanjel, sentiero Fabiani


Si accede al sentiero attraverso una porta d’ingresso con una stele lapidea recante la data 19 XIII 35: l’anno di costruzione è il 1935 e corrisponde al XIII anno dalla marcia su Roma del regime fascista. Appena entrati si trova una biforcazione: la strada di sinistra scende verso le proprietà agricole, quella di destra risale circondando il borgo di Štanjel. Si giunge a un affaccio panoramico sul Carso, in cui è possibile osservare la linea di demarcazione naturale fra l’Italia e la Slovenia. Due panchine invitano a sedersi, mentre alle spalle una cortina di alberi nasconde dei sistemi idraulici studiati per l’irrigazione. Qui fu costruito un acquedotto che riforniva l’acqua al borgo, ripristinato ultimamente con i restauri. Lo stesso acquedotto, attraverso un sistema idraulico riusciva ad alimentare le fontane sottostanti, senza il minimo uso di sistemi elettrici.

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Štanjel, vista dal sentiero Fabiani


Si arriva al giardino che sembra riprendere lo stile di Villa Adriana a Tivoli. È composto da episodi sparsi, come ad esempio una pergola per proteggere dalla luce solare aggressiva, delle pendenze prive di scale, una specie di gazebo permanente in pietra e ferro e soprattutto una fontana centrale. Quest’ultima ha nel mezzo un pontile in pietra, che porta al centro dove è ricavata una piccola isola dal diametro di due metri. La vasca era usata come piscina e per lavarsi a seguito del bagno fu realizzata una doccia dallo stile manierista, all’interno di una trabeazione fatta di pietre assemblate. La stessa fontana era utilizzata in inverno per produrre ghiaccio e grazie a sistemi di schermatura solare garantiva un’ombreggiatura costante.

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Štanjel, giardino Fabiani

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Štanjel, fontana del giardino Fabiani


Dal giardino si vedono le abitazioni a schiera commissionate dal cognato di Maks Fabiani. Risalendo verso la porta d’ingresso al borgo si incontrano le arnie in cui sono allevate le api. Il borgo è un gioiello, fatto di abitazioni tipiche in pietra con ballatoi in legno. Sono assemblate fra loro e formano piccole vie strette. In una di queste visse il famoso umanista, scrittore e pittore, Taras Ševčenko. Scendendo fra le scale in pietra si giunge alla chiesa – precedentemente descritta – e quindi al castello, che oggi ospita un elegante locale.

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Štanjel

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Štanjel


Appena fuori dal centro abitato è possibile visitare Villa Fabiani. Fu la residenza dell’architetto e oggi è stata restaurata grazie a un progetto conservativo. È divisa in più strutture ed è posizionata fra il suo parco e il centro abitato. Le prime tre strutture sono disposte a ferro di cavallo e ospitano la parte ricettiva della villa. L’edificio retrostante, invece, diverrà il Museo Porsche, per via della collezione privata degli attuali proprietari. È una location utilizzata per i matrimoni e data la sua qualità, e la vicinanza all’Italia, è quasi sempre prenotata. Qui la proprietaria vi farà assaggiare una limonata fatta in casa e servita nel giardino, oltre a farvi visitare i vigneti e il laghetto artificiale.

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Villa Fabiani

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Villa Fabiani



IL CARSO E IL SUO VINO

Sin dai tempi dei romani il Carso ha avuto una nota di rilievo nella produzione vinicola. Giulia, la moglie dell’imperatore Ottaviano Augusto, parlava nel primo secolo dopo Cristo del vino derivante da queste zone. Un vino color rubino, ricavato dalla terra rossa – jerina – che ricopre gli strati di roccia calcarea. È noto col nome di Terrano, con Denominazione Tradizionale Riconosciuta, prodotto dal vitigno del Refosco.

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A favorire la crescita di un vitigno di qualità è anche la posizione geografica, a 500 metri sul livello del mare, con ottima esposizione ai venti e clima favorevole. Ne vien fuori un vino dal gusto corposo, morbido e con un profumo di frutti di bosco. Il vino va accompagnato con del cibo locale. In particolar modo con il prosciutto carsico, i salumi, le pancette e i formaggi.

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LOCALITÀ DA NON PERDERE

Sotto il Carso sono presenti un migliaio di grotte naturali e fra di queste le più famose sono le Grotte di San Canziano. Possiedono un canyon interno dalle dimensioni mastodontiche e il collegamento da una parete all’altra avviene con una passerella in cemento armato. Ma non sono le uniche visitabili. Vanno ricordate la Grotta del Conte, la Grotta di Corgnale, la Grotta Dimnice e la Grotta Divaccia.

In superficie è consigliata la visita al Brkini, una località collinare di flysch, in cui sono presenti vallate fiorite nelle stagioni calde. I paesaggi mutano di valle in valle, conferendo a questo territorio delle caratteristiche variabili.


Articolo Scritto: Luglio 2017.
Ultima Modifica: Aprile 2020.

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