Abruzzo, il borgo abbandonato di Morino Vecchio

Uno dei luoghi più intensi d'Abruzzo è Morino Vecchio. Si tratta di un borgo abbandonato situato nella Marsica. A seguito del terremoto del 1915 tutto è stato lasciato lì, a morire lentamente. Alcune cose si sono conservate e vale assolutamente la pena visitare questo luogo.

Borgo abbandonato abruzzo
Per arrivare a Morino Vecchio occorre svoltare a destra prima dell’ingresso di Morino. Si percorre un tratto di strada caratterizzato in basso a destra dal palazzetto dello sport e da altri campetti sportivi. Cento metri la prima curva, in prossimità della seconda, si incontra il cartello che indica la via per il borgo abbandonato. La strada da asfaltata diviene una carrareccia e non tutte le vetture possono transitarvi, soprattutto quelle con l’assetto basso. Inoltre la sezione stradale è minore di tre metri e due macchine in contemporanea non riescono a passare. La passeggiata a piedi è di circa mezz’ora e viene accompagnata da un sole molto caldo. 

Decidiamo di proseguire a piedi per colpa della macchina troppo bassa e ci ritroviamo a sfidare il caldo e la fatica. Il primo tratto è rinfrescato dalle tante piantagioni presenti e si inoltra per circa 500 metri. Arrivati in prossimità di un tornante si incontra l’unica abitazione lungo il percorso, ancora abitata. È stata costruita molto dopo rispetto al borgo abbandonato e gode di una vista su tutta la valle. Non ci fermiamo e proseguiamo sotto al sole battente. Dopo circa un altro chilometro, in salita, giungiamo sotto il borgo abbandonato di Morino Vecchio. La strada non conduce direttamente al paese, bensì lo costeggia a spirale. Ecco perché quando si pensa di essere giunti ci si trova ancora un tratto di strada. Dopo circa quaranta minuti di marcia siamo all’ingresso del paese, annunciato da una abitazione diroccata. Di questa casa restano in piedi solo le mura perimetrali, che contengono all’interno il tetto e i solai crollati e divenuti la base di una folta vegetazione. 

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Poco più avanti comincia il viale di ingresso al borgo. Entriamo nel primo palazzo sulla sinistra, ancora integro e privo degli infissi. Sarà di fine ottocento e si è conservato al meglio, tanto da essere utilizzato per banchetti. Accediamo al piano terra, nella quale vi sono tre stanze e un vano scale. Due hanno un intonaco originale rosa e possiedono un paio di arredi autentici, quali un tavolo e una panca in legno. Il tinello è caratterizzato da un piano di lavoro a ridosso della finestra e dal caminetto ancora sporco di fuliggine. Saliamo al piano superiore (a rischio e pericolo di chi vi si inoltra) ed entriamo nelle tre stanze da letto. Ognuna possiede ancora le mattonelle originali dell’epoca, a scacchiera colorata. Uscendo sul balcone scopriamo una scala in ferro che conduce sul tetto, ma è meglio non rischiare. Scendiamo e ci dirigiamo verso il secondo palazzo abbandonato, quasi dirimpettaio al primo. 

Borgo abbandonato abruzzo

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È molto più sfarzoso del primo e a testimoniarcelo sono i tanti caminetti presenti nelle stanze e gli affreschi sulle volte. Al pian terreno vi sono quattro stanze, disposte simmetricamente rispetto all’ingresso con il vano scale. Il piano superiore non è accessibile per pericolo di crollo e anche in questo caso la visita all’abitazione potrebbe risultare pericolosa. Dagli odori si potrebbe pensare che sia utilizzata come rimessa per le pecore. Uscendo continuiamo sul viale e ci fermiamo alla fontana. Pochi metri ed ecco quello che rimane del borgo davanti a noi. 

Borgo abbandonato abruzzo

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Ma prima un po’ di storia. Nel 1911, quattro anni prima del terremoto che sconvolse la Marsica, Morino vantava una popolazione di 2945 abitanti. Aveva tutte le strade illuminate e fra i mestieri praticati nel borgo vi erano anche quelli del medico, del farmacista e del lampionaio, oltre ai falegnami, braccianti e vaccari. Aveva due chiese, quella di Santa Maria Bambina e quella Sepolcrale di San Rocco, nonché un convento delle Suore Adoratrici del Preziosissimo Sangue. Durante le prime ore del mattino del 13 gennaio 2015 un violento terremoto colpì tutta la Marsica causando migliaia di vittime. Fu uno degli eventi catastrofici più grandi di tutta l’Italia e la gran parte della popolazione di molti borghi e città rimase vittima. A Morino perirono 113 persone, tre dei quali mai più ritrovate, e il paese fu distrutto. Si ricostruì a valle, un po’ come era accaduto per altri borghi abruzzesi. Lentamente Morino Vecchio fu abbandonata fino a vantare il singolo abitante degli ultimi anni. Nel 2014 si è deciso di trasformare il borgo in un centro per le visite: sono state eliminate le erbacce che ricoprivano i ruderi e sono stati inseriti dei pannelli con su scritta la storia del borgo. 

Borgo abbandonato abruzzoBorgo abbandonato abruzzo

Continuiamo la visita e ci inoltriamo in Piazza San Rocco, ingresso del paese. Le poche abitazioni ancora in piedi – ridotte a ruderi – vengono coperte dalla collina. La raggiriamo ed entriamo nel cuore del borgo. Colpiscono le strade lastricate, i muretti delle abitazioni e i pochi scalini rimasti nella loro posizione originaria. Ci ritroviamo al di sopra di quella che fu una fornace per la produzione dei mattoni. Oggi non resta quasi nulla di lei, tuttavia il perimetro è quasi riconoscibile. Compare la sagoma del campanile, unico elemento architettonico rimasto invariato nel tempo. È conservato in ottime condizioni e svetta sulla valle. Si affianca alla Chiesa di Santa Maria Bambina, distrutta, della quale si riconosce l’impianto a navata centrale e nicchie, con terminazione absidale. Laddove c’era l’altare, oggi si ha una croce in ferro con la bandiera italiana. Guarda il centro nuovo di Morino, quello a valle. 

Borgo abbandonato abruzzoBorgo abbandonato abruzzo

A pochi passi dalla chiesa si trova il forno dove veniva preparato il pane. È ancora intatto e addirittura si riconosce il vano di cottura. Ha perso solo la copertura, per il resto è ben conservato. 

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Riscendendo dal paese imbocchiamo una via sulla sinistra, annunciata da una croce posta nel mezzo dell’incrocio. La strada conduce al cimitero di Morino Vecchio, anch’esso completamente abbandonato. Vi si può accedere da due porte in ferro, aperte, la prima venendo dall’alto del borgo, la seconda lungo la strada per arrivare al borgo. Entriamo dall’ingresso principale e ci ritroviamo un cimitero a terrazze. Nella prima terrazza ci sono delle cappelle, delle nicchie e delle tombe a terra. Tutto è quasi distrutto ed ecco perché le stesse lapidi sono cadute, le tombe si sono spaccate lasciando intravedere l’interno della tomba. Le lapidi in ferro, per lo più croci, si sono arrugginite e hanno assunto una tinta ruggine ossidata. I nomi delle persone quasi non si leggono più, vuoi per le lettere che cadono al suolo, vuoi per gli agenti atmosferici che ne hanno cancellato le tracce. Più si scende e più le tombe sono contemporanee. La maggior parte risale agli anni ’10 – ’20, con diverse vittime del terremoto qui sepolte, le più recenti agli anni ’60, quando il cimitero poteva vantare uno stato di conservazione migliore rispetto all’attuale. 

Bisogna prestare molta attenzione nel girare all’interno del cimitero per due motivi: 1) si rischia di pestare delle tombe a terra ricoperte dalla vegetazione; 2) ci sono dei buchi, probabilmente tombe che si sono spaccate, nella quale si potrebbe inciampare o caderci all’interno. Ma soprattutto bisogna avere il massimo rispetto per le persone che vi riposano. 

Come raggiungere Morino? Prendere l’autostrada A25 Roma Pescara e uscire ad Avezzano. Prendere la statale in direzione Sora e uscire a Morino. Seguire le indicazioni per il borgo di Morino Vecchio

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Altri luoghi abbandonati? http://www.guendastravels.com/myabandonedplaces-project/

4 commenti:

  1. un'altro bellissimo luogo abbandonato si aggiunge alla famiglia dei #MyAbandonedPlaces!!! Grazie Dante, veramente bellissimo ed agghiacciante allo stesso tempo! alla prossima! :)

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  2. Bellissimo l'articolo, il posto davvero suggestivo. Complimenti per il blog.

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    1. Grazie mille per i complimenti :) Morino merita una visita!

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