Blagaj, un monastero derviscio sulla sorgente

Nelle vicinanze di Mostar, nella Regione dell’Erzegovina, si ha una piccola località che sorge sulle sponde del fiume Buna: stiamo parlando di Blagaj. Una vecchia cittadella turco ottomana, che conserva ancora quello stile asiatico. Ed è qui che è conservato il suo simbolo: il Tekija.

dintorni mostar

Blagaj è considerata una delle mete satellite della vicina città di Mostar, distante a malapena una decina di chilometri. Ha una storia plurimillenaria, che affonda le sue radici alla stirpe degli illiri. Per molti secoli se ne perdono le testimonianze, prima di essere citata fra le roccaforti di Giustiniano. Ma fu nel 1466 che la città cambiò il suo aspetto: arrivò la dominazione ottomana che qui vi costruirono 7 moschee, una madrasa, quattro ponti, sette mulini e due maktab. La vecchia fortezza resta tutt’oggi in piedi, ma la vera attrazione è il Tekija. 

Il Tekija è un monastero derviscio che è stato costruito nel 1520 e che oggi è considerato un monumento nazionale. Si innalza al fianco della sorgente del Buna, addossato alla roccia carsica della parete montuosa. Ha uno stile che fonde la tradizione ottomana con richiami occidentali. Per accedervi occorre percorrere tutto il lungo Buna, fino a ritrovarsi al cancello di ingresso. Da qui si viene immessi in uno spazio antecedente la struttura, nel quale è stato ricavato il piccolo bazar. Andando oltre si entra in un cortile aperto sul fiume, nel quale si può mangiare godendo della splendida vista. Continuando si accede al vero e proprio monastero.

dintorni mostar

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Una donna musulmana invita a togliersi le scarpe prima di mettere piede sul tappeto. Esse vengono lasciate in delle apposite scaffalature dove rimangono custodite. Il giro è un viavai nelle tante stanze che compongono il monastero, distribuite su due livelli. Fra esse ve ne solo alcune dai dettagli elaborati e dai colori cangianti. Altre godono dei giochi di luce offerti dai vetri colorati. E infine ve ne sono alcune curiose, come il bagno e come la cucina. La biblioteca offre volumi in arabo e al centro della finestra è ricavato uno spazio per il corano, da leggere con vista sul fiume. Il prezzo totale della visita è di 2 marchi (1€).


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COME ARRIVARE A BLAGAJ 

Blagaj si trova a 12 km dalla città di Mostar e può essere raggiunta con mezzi pubblici facilmente. In bus col n°10, a un comodo costo di 1,20€, o in taxi. Per chi vi giungerà in automobile, si dovrà dapprima prendere la M17 e quindi la M6.1 fino a Blagaj.


COME MUOVERSI A BLAGAJ 

Blagaj è un piccolo villaggio, formato da alcune attività commerciali e dalla stessa Tekija. Una volta arrivati o con i mezzi pubblici, o in automobile, ci si potrà muovere facilmente a piedi.


CONSIGLI DI VISITASU BLAGAJ

Prezzi bassi. Nella Tekija i prezzi sono inferiori rispetto a Mostar. Con pochi euro avete la possibilità di riportarvi a casa quanta più roba. Alcuni esempi: vasellame in coccio dai 2€ ai 5€, anelli a partire da 0,50€, vestiario dai 5€ ai 10€, cappello tipico turco 2€, centro tavola rettangolare 5€. Anche il cibo ha prezzi bassi e il caffè bosniaco, compreso di dolce, lo si paga 1€. Nei pressi del monastero si mantengono bassi. Per esempio una spesa al market con acqua, biscotti, succhi mi è costata 2,5€.

D’estate è meglio. Ho visitato Blagaj nel mese di Novembre e ho riscontrato i seguenti (minimi) disagi: ufficio di informazione turistico chiuso, attività commerciali che aprivano a orari non stabiliti, bancarelle lungo il fiume chiuse, ristoranti sul fiume chiusi. Inoltre il pungente freddo rende meno piacevole la visita: sia perché ti fanno togliere le scarpe e sei costretto a star scalzo ghiacciandoti le i piedi, sia perché le stanze della Tekija sono umide. Infine perché le acque della sorgente del Buna perdono il colore azzurro cangiante. In compenso, in questi periodi, è quasi assente il turismo e non c’è nessuna fila da fare.

Si può pagare anche in Euro. A Blagaj, come nel resto della Erzegovina, l’euro viene accettato per i pagamenti. Prima di dirti il prezzo in marco (moneta locale), te lo comunicano in euro. Forse perché ci guadagnano col cambio, forse perché sono abituati al flusso di turisti dall’occidente, che vengono per lo più a visitare la vicina Medjugorje. Le kune croate non sono sempre accettate. Le carte di credito quasi sempre.


Articolo Scritto: Gennaio 2016.
Ultima Modifica: Settembre 2018.

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