Vedere i murales di Via Tor Marancia a Roma
In Via Tor Marancia non ci arrivi per caso e la sua distanza dalla linea metropolitana scoraggia il turismo di massa. Eppure, grazie a un progetto di riqualificazione urbana che utilizza la Street Art – in particolar modo i murales – l’intera borgata sta vivendo un suo rinascimento. Le facciate dei palazzi diventano così delle tele, ospitanti opere d’arte di artisti da tutto il mondo. Non arriverà il turismo di massa, ma il costante flusso di visitatori giornalieri lascia, seppur pochi rispetto ai quartieri centrali, ci fa capire come Tor Marancia sia una realtà romana.
INFORMAZIONI GENERALI SUI MURALES DI IN VIA TOR MARANCIA
La riqualificazione ha avuto inizio a partire dal gennaio 2015 e, per circa un mese, ha visto artisti di fama internazionale cimentarsi nella realizzazione di venti murales su undici palazzine del comprensorio di Via Tor Marancia 63. Lo scopo del progetto è stato quello di trasformare la borgata in un distretto di arte pubblica contemporanea, coinvolgendo la comunità locale, le associazioni del quartiere e le scuole. Gli ideatori sono appartenenti all’associazione 999Contmporary che hanno ottenuto l’approvazione dal Comune di Roma.
IL CORTILE DEI MURALES DI VIA TOR MARANCIA
Come in ogni luogo che possiede una sua monumentalità – nel caso specifico nata dall’unione dell’autenticità alla Street art – c’è un ingresso riconoscibile e trabeato. Quello da cui si accede al cortile è una semplice apertura nel muro che separa la strada dall’edilizia popolare, al contempo una via Tor Marancia, simile ad altre vie romane, a un cortile unico nel suo genere e dall’alto valore simbolico. Il primo impatto è quello di trovarsi in un qualsiasi cortile popolare del dopoguerra. Ci sono le stesse geometrie e gli stessi colori delle palazzine, gli stessi tentativi di inserire il verde in un modo sensato e infine le stesse mattonelle. Queste ultime sono invase da scritte adolescenziali di chi ha dedicato al proprio amore frasi del tipo “contro tutto e tutti, ma io con te e tu con me!”. Al fianco di quella scritta azzurra una sedia sottratta a una vecchia sala da pranzo testimonia l’usanza dello scendere in cortile a fare chiacchiere col vicinato, fattore che un tempo caratterizzava le strade italiane. “Prova ad annaffiarle con meno acqua”, diceva signora anziana lì seduta, nel dare consigli da pollice verde.
Il dialogo trasforma il cortile in un salotto animato, con i murales che diventano i quadri esposti sulle pareti e la postazione del BookCrossing una libreria gratuita in cui scegliere il libro da riportare a casa, o lasciarne degli altri al servizio del quartiere. Le piante danno respiro e il tutto assume una forma che piace e non fa mai sentire a disagio. Strano, se si pensa che questo è un quartiere popolare, normale se si riflette sul fatto che le iniezioni di cultura hanno un potere riqualificante. E allora ci si ritrova a vagare in un’armonia dove tutto sembra essere al posto giusto, compresa quella maglietta di Totti fatta asciugare al sole assieme agli altri panni. “Stasera segna Florenzi”, urla il proprietario di quel balcone a un conoscente lì sotto nel cortile. L’autenticità romana sta anche nelle buste della spesa lasciate incustodite nell’androne della palazzina, o in quella mano della nonna alla nipote al rientro da scuola.
Alle volte al dialetto romano dei dialoghi fra i balconi si sovrappongono gli scatti fotografici di chi viene fin qui per immortalare i murales. Sono per lo più giovani, alla ricerca di un ritratto con lo sfondo “figo”. Magari con quell’opera realizzata dall’artista americana Gaia, denominata “Spettacolo, rinnovamento, maturità ”. Il più celebre fra i murales è all’esterno del cortile e si affaccia direttamente su Via Tor Marancia: è “Il bambino redentore”, del francese Seth, e rappresenta un giovane che guarda il cielo dall’alto di una scala colorata e stilizzata, la stessa che un qualsiasi bambino potrebbe disegnare. Alle volte ci si ferma a osservare questo murale ipnotizzati e si rischia di essere osservati dalle persone sedute al vicino bar. Anche nel cortile gli abitanti non sono più interessati ai soli murales, ma alle persone che invadono quello che un tempo era uno spazio popolare e a servizio del quartiere. Ne vien fuori un’atmosfera irreale che trasforma il contesto in un luogo di poesia, e a differenza delle opere monumentali del centro città , non si è circondati da turisti o da persone che lavorano a servizio del turismo stesso o delle istituzioni, ma ci sono i romani, quelli veri e autentici nel loro habitat.
COME ARRIVARE IN VIA TOR MARANCIA
Osservando la rete metropolitana romana ci si accorgerà che Via Tor Marancia si trova nel mezzo fra la linea A e la linea B, distante da entrambe. La stazione più vicina è quella della Garbatella e con una passeggiata di venti minuti (minimo) si può arrivare fino a Via Tor Marancia. Resta comunque un percorso articolato e non sarà difficile perdersi. La soluzione potrebbe essere quella di prendere un taxi dalla stazione della Garbatella, risparmiando rispetto una tratta da Termini o Tiburtina. L’altro modo è quello di sfruttare i mezzi pubblici: da Termini autobus 714.
COSA VEDERE NELLE VICINANZE DI VIA TOR MARANCIA
Al di là di Via Cristoforo Colombo si trova il quartiere della Garbatella, il cuore pulsante della romanità . È formato da un’edilizia popolare alternata ad antiche villette, semplici ed eleganti. Passeggiare nelle sue vie consente di vivere l’atmosfera più autentica della città , magari facendo una sosta al Bar dei Cesaroni, in cui è stata ambientata l’omonima serie. Alla fine di Via Tor Marancia si trova la tenuta di Tormarancia, al fianco il Parco della Caffarella col suo acquedotto. Infine nelle immediate vicinanze ci sono le Catacombe di Domitilla e le Catacombe di San Callisto.
Scritto: Ottobre 2017
Ultima modifica: Ottobre 2017
ALTRE IMMAGINI DI VIA TOR MARANCIA
Non so chi abbia scritto sto articolo...ai scende dalla metro b garbatella e davanti c'è la fermata del bus..Prendete il 670 e vi ci lascia davanti...una semplicità unica
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