Viaggio in Sicilia sull'itinerario di Guy de Maupassant

Oltre a essere stato uno dei maggiori scrittori della storia, Guy de Maupassant fu un gande viaggiatore. Nel 1885, anno in cui pubblicò il suo più celebre romanzo Bel Amì, partì per l'Italia e scese fino in Africa. Arrivò in Sicilia e raccontò l'isola nel suo libro "Viaggio in Sicilia". Seguì l'itinerario di Richard Wagner.

Nella seconda metà dell’800, non appena si ristabilirono gli equilibri internazionali, il fenomeno del Grand Tour tornò di moda, perdendo comunque quel gran fascino del secolo precedente. Furono pochi i letterati che scelsero di girare l’Europa in lungo e in largo. Fra questi c’era un giovane francese: Guy de Maupassant. Uno scrittore che si era fatto largo nella società letteraria grazie al suo romanzo d’esordio “Una vita”. Partì alla volta dell’Italia e quindi del Mediterraneo. Apprezzò Napoli e rinnegò Roma, fino allo sbarco in Sicilia: per seguire le orme di Richard Wagner.


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LA SICILIA SCONSIGLIATA


Nelle prime pagine del libro, raccontate a diario, lo scrittore precisa: “In Francia, si è convinti che la Sicilia sia un paese arcaico, impervio e perfino malsicuro da visitare”. L’isola era malvista e sconsigliata, eppure il giovane Guy non ascoltò le voci e si spinse fino a questa terra, desideroso di scoprire le bellezze artistiche. Già al tempo era consigliato il viaggio in nave da Napoli, per evitare di attraversare il sud Italia lungo le strade campane, lucane e calabresi. Bastava una notte di navigazione, proprio come oggi. Ed escludendo la tratta aerea, in molti giungono a Palermo col traghetto.


PALERMO


“Di tanto in tanto accade, beninteso, che qualche viaggiatore, che passa per audace, s’avventuri fino a Palermo e, al ritorno, elogi tale città, ritenendola molto interessante”.

Guy de Maupassant descrisse Palermo come una città singolare e allegra. Raccontò del arrivo al porto, dei carretti tipici siciliani, decorati con raffigurazioni di grandi eventi storici. Riconobbe Napoleone fra i disegni e si perse nell’euforia del momento. Si entusiasmò dinanzi la Cappella Palatina, tanto da definirla “la più bella che esista al mondo”. La descrisse con cura soffermandosi sui mosaici e sulla monumentalità dello spazio. Quindi si spostò verso l’Albergo delle Palme: lo stesso in cui abitò Richard Wagner. Il proprietario dell’albergo del tempo mostrò allo scrittore la stanza del compositore tedesco e gli raccontò alcuni aneddoti.

La Cappella Palatina ha uno stile normanno-bizantino e si trova all’interno del Palazzo dei Normanni. È uno dei siti UNESCO della Sicilia e fu concepita come luogo di culto privato. A rendere l’ambiente monumentale è la presenza dei mosaici in oro che raffigurano scene religiose. Su tutti si evidenzia il Cristo Pantocratore. A poche centinaia di metri si potrà visitare, o meglio ancora pernottare nell’Albergo delle Palme, oggi denominato ufficialmente Grand Hotel et Des Palmes, traduzione in francese. Oltre a Richard Wagner, visse nell’albergo anche Raymond Russel, fino al giorno della sua morte.

L’esplorazione di Palermo continuò. Visitò la parte ricca della città, con le sue vie larghe, e la parte povera, caratterizzata da piccoli vicoli su cui si affacciavano abitazioni spesso di fortuna. E mentre girovagò senza una precisa meta, si accorse di una fotografia che ritraeva un sotterraneo in cui i morti erano esposti. Era il Cimitero dei Cappuccini, al tempo noto quasi esclusivamente in Sicilia, non ancora raccontato nelle guide turistiche di tutto il mondo. Ma soprattutto la sua mummia più famosa, quella della bambina Rosalia Lombardo, sarebbe stata condotta in questo spazio solo 35 anni più tardi, nel 1918.

Le Catacombe dei Cappuccini sono annesse alla Chiesa di Santa Maria della Pace. Al loro interno sono esposte qualcosa come 8000 salme, quasi tutte mummie, in posizione eretta o fetale. Alcune distese. Essendo il processo di mummificazione costoso potevano permetterselo solo persone di un certo ceto sociale, per lo più la borghesia palermitana. Alcuni sono sepolti assieme ai propri famigliari, dietro balaustre di contenimento e separazione. Infine è nota la storia di Rosalia Lombardo: la mummia più famosa d'Italia e fra le più importanti al mondo. Si è conservata al meglio e la si potrebbe confondere con una bambola.


Il Cristo Pantocratore nella Cappella Palatina
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MONREALE

Guy de Maupassant lasciò Palermo e si spinse sulle montagne, nella vicina Monreale. La strada per arrivarvi era originale e variopinta, ma anche sporca. Raccontò del Duomo di Monreale, dei suoi interni, soffermandosi sui mosaici. Ma soprattutto del chiostro definendolo come il più bello fra tutti quegli esistenti. Ne apprezzò l’intimità che vi si provava nel soffermarcisi e citò i versi di Victor Hugo per descrivere il momento: “Qualcosa di bello come un sorriso umano sul profilo dei propilei”. Uscendo dal convento adiacente il Duomo raccontò degli aranci in fiore e della montagna in cui il Castellaccio di San Martino dominava il paesaggio. Quest’ultimo, al tempo, non aveva un sentiero per arrivarvi e Guy fu costretto a noleggiare una guida locale che si arrampicasse con lui.


Il Duomo di Monreale fu costruito a partire dal 1174 ed è uno dei patrimoni UNESCO. Se all’esterno è caratterizzato da due torri campanarie, che esaltano il portico in marmo, all’interno è composto da tre navate con terminazione absidale. Sull’abside principale si impone la figura del Cristo Pentacratore, a risaltare fra l'oro dei mosaici.
Il Castellaccio di Monreale, invece, si trova sul Monte Caputo. È l'unico esempio siciliano di monastero-fortezza, con uno stile arabo-normanno. Fu abbandonato nel XVI secolo e recuperato come rifugio dal CAI solo nel 1906.


DUOMO MONREALE
Il Duomo di Monreale
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SEGESTA E SELINUNTE

Lasciata Palermo, Guy de Maupassant si spostò a ovest, nel trapanese. Non descrisse le tante meraviglie della provincia, ma si soffermò solo su una: Segesta.
Qui scoprì la Grecia, tanto da esclamare “La Sicilia ha realizzato questo sogno: mi ha rivelato la Grecia”. Si impressionò nel vedere il tempio a ridosso del dirupo e si innamorò del rapporto fra l’architettura e il contesto naturale. Sostò nel teatro, in cui l’acustica era rimasta la stessa nei secoli. E quindi scese fino a Selinunte prima di spostarsi in direzione Agrigento.

Segesta e Selinunte vanno visitate insieme. Sia per la loro effettiva vicinanza, sia perché possiedono due fra i più importanti siti archeologici della Magna Grecia. A Segesta si trova il Tempio Grande, risalente al V secolo a.C., e il Teatro, costruito sul crimale del Monte Barbaro, alle spalle dell'Agorà. Quello di Selinunte è oggi considerato come il Parco Archeologico più grande d'Europa. I templi sono posti sia in quella che era l'Acropoli, sia in una collina poco distante. Si avrà l'opportunità di camminare fra i resti della città, un tempo fra le maggiori nel Mediterraneo.


Il Tempio Grande di Segesta
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AGRIGENTO

La Girgenti, visitata da Guy de Maupassant, venne descritta con accuratezza. L'Acropoli era un maestoso insieme di templi su una terra rossa nuda, priva di arbusti e fili d'erba. Passeggiò fra i templi dedicati agli dei, fermandosi in quello di Giunone Lacinia e in quello di Giove. Quindi descrisse una singolare contrada secondo cui si arriva nel regno autentico di Satana, ricco di zolfo liquido in cui vengono bolliti i dannati. Ma anche una collina, chiamata Maccaluba, composta d'argilla e calcare, con bolle di gas che generarono in superficie coni bollenti. E infine si concentrò sulle miniere dedicate all'estrazione dello zolfo. È proprio qui Guy de Maupassant, nel vedere bambini lavoratori, lanciò una critica: "questo sfruttamento dell'infanzia è una delle cose più penose e rivoltanti che si possono vedere".

Il parco archeologico della Valle dei Templi si è conservato al meglio consegnando alla storia una testimonianza tangibile di quella che fu la dominazione greca. Al suo interno si potranno visitare 11 templi dorici, tre santurari, diverse necropoli, agorà, fortificazioni. Ma anche sistemi idraulici. Al di fuori dell'Acropoli è consigliata una visita all'intera città e ai suoi dintorni. Soprattutto alla casa natale di Luigi Pirandello: al tempo del passaggio di Guy de Maupassant lo scrittore italiano aveva solo 16 anni e non era ancora famoso.


La Valle dei Templi
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L'ISOLA DI VULCANO

Da Messina, con un battello a vapore partito a Mezzanotte, Guy de Maupassant raggiunge quest'isola del Mar Tirreno. Definisce la traversata "un suicidio", in cui i passeggeri di prima classe non trovano nemmeno i posti a sedere. Passò fra "Scilla e Cariddi", ossia fra la Sicilia e la Calabria, fino a giungere a Lipari. Da lì, con una barca noleggiata, raggiunse Vulcano. La descrisse come un isolotto selvaggio in cui sono presenti orti e vigneti. Arrivò fino alla vetta del Vulcano, a 400 m s.l.m., e si affacciò sul cratere. Al rientro giunse a Messina, secondo lui non recante "nulla di notevole".

Le Isole Eolie sono una punta di diamante nel turismo italiano. Coniugano la natura più selvaggia e incontrollabile, soprattutto per i vulcani di Stromboli e Vulcano, alla mano dell'uomo che ha saputo rendere queste località ancor più particolari. I centri abitati di Lipari e Panarea possiedono uno stile Mediterraneo ricercato. Molto consigliata Pollara, anche perché fu scelta come set per il film "Il Postino" di Massimo Troisi. Vulcano è un'isola in cui trascorrere una piacevole giornata di mare. Sono diverse le spiagge e le callette in cui accamparsi. La sabbia è nera, tipica delle località vulcaniche.


L'Isola di Vulcano
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TAORMINA E CATANIA

Lasciata Messina, Guy de Maupassant si spostò in treno verso Catania. Scese a Taormina e si innamorò della città. Tanto da esclamare "se un uomo che dovesse passare un solo giorno in Sicilia, mi chiedesse Cosa devo vedere? risponderei senza esitare: Taormina". La sosta nel teatro, con l'Etna sul fondo, lo emozionò. Pernottò al Grand Hotel San Domenico, lo stesso in cui alloggiarono Oscar Wilde, Gabriele D'Annunzio, Maria Callas e il già citato - idolo di Guy - Richard Wagner. Quindi ripartì in direzione Catania.

Nelle To do List dei propri viaggi deve essere inserita la città di Taormina. È sospesa su una larga montagna e guarda non solo il mare, ma anche l'Etna. E proprio il vulcano può essere osservato da una posizione di pregio: dal Teatro Greco Romano, simbolo della città. E poi c'è la Villa Comunale col tipico giardino all'inglese, il Duomo, le spiagge e l'Isola Bella a ridosso della costa.


Il Teatro di Taormina
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NICOLOSI

Da Catania lo scrittore francese giunse nella vicina Nicolosi. Non si suffermò nel centro abitato ma partì per un'escursione alle pendici dell'Etna. Descrisse la sua giornata, i luoghi attraversati e le persone incontrate. Si soffermò nella Casa nel Bosco, alle pendici del Monte Rinazzi, e quindi nella Casa degli Inglesi: in quest'ultima fu installata la sede dell'Osservatorio Vulcanologico Etneo Vincenzo Bellini, distrutto nel 1971 da un'eruzione. Dalla sommità vide un paesaggio con un raggio di 400 km. Scorse Lipari, le coste calabresi e l'Isola di Malta, a malapena visibile nell'orizzonte.


SIRACUSA

La grande devozione per la Venere Landolina (o Venere di Siracusa) lo condusse fin qui. Girò per le vie della città soffermandosi dapprima alle Latomie, immensi scavi a cielo aperto in origine cave e successivamente prigioni, e poi nelle catacombe. Le ultime tappe prima della partenza verso l'Africa: verso un nuovo viaggio per lo scrittore Guy de Maupassant.

Dal porto al litorale, dal Castello Maniace fino all'isola di Ortigia. Siracusa è un polo attrattivo per il turista in grado di incantare per i suoi luoghi unici al mondo. Consigliata una visita al Duomo, in perfetto stile barocco, ma anche all'Orecchio di Dioniso, ossia una parete rocciosa spaccata. E non può mancare una visita agli scavi archeologici, al teatro greco e all'anfiteatro romano.


Siracusa, Piazza Duomo
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INFORMAZIONI SUL LIBRO

Titolo: "Viaggio in Sicilia"
Autore: Guy de Maupassant
Editore: Pietro Vittorietti Editore
Pagine: 144


Articolo scritto: Dicembre 2020.
Ultima modifica: Dicembre 2020.

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