Prendi
una settimana di fine luglio, un caro amico universitario, una casa sperduta
fra le campagne e amalgama il tutto con sorrisi, risate ed una atmosfera unica
come quella di Trani. Metti a cuocere in un forno regolato dal sole, che scalda
l’aria e scotta la pelle. Per quattro giorni senza sosta. Estrai il tutto e
accorgiti del divertimento.
Sono
rimasto pochi giorni a Trani, giusto il tempo di accorgermi di quello che la
città poteva offrirmi. Ospitato, in una simpaticissima famiglia dall’accento
barese. Una di quelle che non ti fanno mancare niente, che mettono sul tavolo i
pasti migliori: dal pesce cotto al barbecue, sino alle trofie con le cozze,
passando per prodotti tipici ed altri ricavati dalla terra o dal giardino.
Procedendo
in ordine cronologico, posso affermare che il mio soggiorno pugliese è stato
organizzato in meno di ventiquattro ore. Nessuna preoccupazione, solo una
valigia da riempire con magliette a maniche corte rigorosamente bianche (salvo
una nera da mettere preferibilmente la sera). E così via le fotografie vecchie
dalla macchinetta, via le canzoni demodé o troppo commerciali dal lettore di
musica, e spazio ad altre nostalgiche anni 80 o classiche intramontabili adatte
per un viaggio in macchina o in treno. Niente, si parte!
In
viaggio, esclusivamente on the road in una Passat, attraversando il sud
dell’Abruzzo, il Molise e il Tavoliere delle Puglie. Siamo usciti presso
Foggia, giusto per risparmiare qualche euro con l’autostrada ed abbiamo
percorso la superstrada che tange grandi centri abitati come Cerignola, Canosa
di Puglia, Barletta e Andria. E quindi direzione Trani, qualche chilometro più
avanti, con la radio che trasmetteva in tempo reale “Si Viaggiare” di Lucio
Battisti, adattissima per l’occasione. A dire il vero non mi sono nemmeno
accorto dell’uscita per Trani, in quanto abbiamo dirottato il passo verso la
campagna, nella quale è presente la villa del mio amico. Distese di oliveti e
vigneti scandiscono il paesaggio e offrono interessanti prospettive su Castel
del Monte, a mala pena visibile e avvolto da una sottile nebbia, e sulla
Cattedrale di Trani, sommersa dall’azzurro del mare.
Arriviamo
nel vicoletto di campagna, largo un paio di metri e proseguiamo verso la
destinazione. Arrivati nei pressi di una villa separata dal mondo esterna da
alti cespugli, esclamo al mio amico: non sarà mica questa la tua villa? Si è la
sua. Apriamo la cancellata di ingresso e si apre dinanzi ai miei occhi una
villa su un piano in stile mediterraneo, dalla tinta bianca e le finestre blu.
Finalmente siamo arrivati, finalmente un luogo da poter vivere e una doccia
sotto la quale potersi sciacquare.
Il
tempo di sistemarmi con la valigia e di darmi una cambiata (e giocare con i
cuccioli di gatto) e si lascia casa per recarsi non al centro di Trani, bensì a
quello di Barletta. Lasciando la macchina a ridosso della Stazione ferroviaria,
ci muoviamo in direzione centro, attraversando un paio di arterie cittadine.
Non ho il tempo di visitare Barletta come si deve. Dopo una buona oretta
ritorniamo verso Trani, passando dapprima per un supermercato. La sera a casa,
fra una cena in giardino e partite a ping pong.
Il
secondo giorno una bella sorpresa. A seguito di una abbondante colazione,
consumata in un soggiorno in stile coloniale, ci spostiamo nella vicina villa
degli amici di famiglia, per usufruire della grandissima piscina. Si trova a
ridosso di un vigneto, posseduto da una cantina vinicola locale. In un contesto
caratterizzato comunque dalla forte presenza della pietra, viene esaltata la
piscina. Lunga, profonda e con tanto di idromassaggio sulle scalette. L’ideale
per questa giornata afosa. Io di mio sto attento a non scottarmi e resto con il
fisico sommerso sotto le acque. Si discuti tutti assieme, delle ultime dal
mondo, dell’università e sugli aspetti comuni fra la Puglia e l’Abruzzo.
Comunque un gran Relax!
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Vigneto |
Il
pomeriggio invece è dedicato alla cultura. Spostandoci con una Lancia Y
vecchia, auto con la quale ho cominciato a guidare, arriviamo fra le vie del
centro, soffermandoci a ridosso del centro storico. Siamo in quattro di cui tre
tranesi che mi fanno da guida. Proseguendo in direzione castello, ci
soffermiamo ad osservare alcuni dettagli architettonici presenti lungo le vie,
non trascurando quelli che sono grandi edifici storici o veri e propri monumenti
della città . Ahimè la Pinacoteca è chiusa. Meglio continuare sino alla famosa
Cattedrale. La scorgi alla fine del vicolo. Il suo campanile diviene sempre più
alto e alla fine te la ritrovi davanti in tutta la sua maestosità . Penso sia
difficile descriverla senza fare riferimento a quello che l’architettura stessa
ti possa donare al suo primo impatto. La vedi lì, costernata dal mare, su uno
sfondo infinito che si perde nell’azzurro dell’Adriatico. Con una facciata a
salienti illuminata frontalmente dalla luce solare delle ore 18:00, in procinto
di scendere per lasciare spazio al buio e alle luci artificiali. Poggia su un
grande basamento, riconoscibile, dentro la quale è presente una basilica
inferiore. Vi si può accedere direttamente dalla piazza, a una quota di circa
un metro sotto il livello della piazza. La parte superiore, invece, è
raggiungibile attraverso una scalinata simmetrica, che delinea un arco a tutto
sesto sotto di essa. Ma il vero protagonista, oltre al magnifico rosone e alle
decorazioni in semicolonne addossate alla facciata, è il campanile. È ricavato
sul lato sinistro della facciata, addossato, e suddiviso in cinque ordini di
aperture sui vari piani. Viene alleggerito da un arco a tutto sesto
percorribile al di sotto e ha un colore differente da quello della facciata: la
motivazione è data dai restauri effettuati negli anni 50 che hanno visto il
completo smantellamento della struttura. La ricostruzione è avvenuta secondo il
metodo com’era dove era.
Entrando,
la chiesa è divisa in tre navate, separate da loro da ordini di colonne binate.
Sopra di esse si ergono due matronei percorribili. La navata principale, dalle
dimensioni maggiori rispetto le altre due, termina su un abside dalla pianta
semicircolare, sulla quale è stato appeso il crocifisso. Elegante anche il
transetto, che se da un lato possiede una quadrifora che si affaccia verso il
mare e verso Barletta, dalla parte opposta un rosone. Scendiamo in quello che
sembra l’ingresso alla cripta. In realtà è l’ingresso alla basilica inferiore,
anche essa suddivisa in tre navate ma molto più bassa e schiacciata. Dinanzi
questa basilica, alle spalle dell’altare, si apre all’interno di una porta una
terza chiesa, scandita in addirittura nove navate. Forse è questa il vero cuore
della Cattedrale di Trani. Si scende ancora. Una scala in pietra, scivolosa,
conduce al di sotto di quest’ultima chiesa. Contornato da un odore di muffa e
da un ambiente fresco assai lontano dal calore esterno, ci ritroviamo in un
primitivo luogo di culto, adibito alle celebrazioni chissà quanti secoli fa.
Sono riconoscibili delle stanze, degli affreschi e una seconda scaletta cieca.
Probabilmente si ricollegava ad altri siti di culto presenti sottoterra.
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Trani, quartiere ebraico |
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Trani, quartiere ebraico |
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Trani, transetto sud cattedrale |
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Trani, cattedrale |
Salutiamo
la Cattedrale e proseguiamo verso il quartiere ebraico. Ci fermiamo davanti ad
altre chiese, fra cui quella di Santa Teresa. Entriamo nel porto, poco
distante, in un orario in cui le bancarelle dei pescatori sono ancora piene del
pescato. Fra contrattazioni, folla di turisti e palazzi che si affacciano su questo
spazio, mi colpiscono le tante imbarcazioni a vela parcheggiate sul molo. La
banchina, semicircolare, offre un piccolo golfo nella quale è stato ricavato il
porto stesso. Senza nemmeno accorgersene lo si percorre velocemente,
ritrovandosi dall’altro lato della città . La visita termina nei pressi della
Villa Comunale, alla ricerca del fresco. Un interessantissimo spazio che
rappresenta uno dei centri nevralgici della città .
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Trani, porto |
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Trani, porto |
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Trani,villa comunale |
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Trani, villa comunale |
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Trani, villa comunale |
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Trani, porto |
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Trani, porto |
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Trani, porto |
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Trani, castello al tramonto |
La
mattina seguente ce ne andiamo in vespa verso Castel del Monte. Il pomeriggio lo
passiamo a visitare gli interni del Castello, che è stato trasformato nel corso
della storia in fortezza ed infine carcere. E quindi sul campanile della
Cattedrale, accessibile da qualche anno. Una particolarità : esso venne smontato
negli anni cinquanta a seguito di un restauro legato alla staticità del sito.
Le pietre vennero classificate a seconda della loro posizione, in modo da
poterlo rimontare com’era e dove era. Alcune di queste pietre riportano le
sigle con la quale sono state classificate, in una tinta rossastra. Ben
visibili nella stanza che collega il campanile al matroneo della Cattedrale.
L’ascesa sarà resa facile dalle scale in legno.
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Trani, castello |
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Trani, castello |
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Trani, castello |
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Trani, castello |
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Trani, facciata cattedrale |
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Trani, cattedrale |
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Trani, cattedrale |
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Trani,porto |
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Trani, cattedrale |
La
cosa che mi colpisce di più della città è quella di poter osservare gente
riversata nelle vie alla ricerca di una chiacchiera con il vicino di casa.
Seduti su sedie trasportate dai piani superiori, tavolini alla buona, e un
mazzo di carte, ricreano un’atmosfera perduta nei nostri giorni, che mi
regalano un senso nostalgia e di inquietudine verso le nostre città che
lentamente cambiano, o forse in parte muoiono.
A
seguito di una serata trascorsa ancora una volta nelle vie del centro, decido
con il mio amico di visitare alcuni luoghi meno famosi in notturna. Arriviamo
così all’esterno del Monastero, in fase di restauro. Particolare in quanto si
trova a picco sul mare e guarda da una parte Trani, dall’altra Bisceglie.
Torniamo verso le 3:00.
La
mattina ripartenza all’ora di pranzo. Lascio dopo pochi giorni una cittÃ
avvolta in una sua dimensione, difficile da capire ma davvero affascinante. Torno
nel mio Abruzzo, molto diverso dalla Puglia. Mi sorprende tanto la mia armonia
nei confronti di questa terra a malapena visitata.
Leggo per caso, solo ora. Ho sorriso spesso leggendo di questo tuo viaggio... Quando vuoi, la Puglia ti aspetta ancora! :)
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