Civita di Bagnoregio, la città che muore
La città che nasce dal tufo e che il tufo stesso conduce
alla morte. Isolata, su di un fragile basamento di argilla che lentamente si
sgretola, portandosi via con se quello che resta delle poche abitazioni. Il
tempo sembra essersi fermato dinanzi al lungo ponte in cemento armato, unico
collegamento col resto del mondo. Non è riuscito a penetrare fra le sue mura,
salvaguardando l’immagine medievale d’insieme del paese. Se non fosse per la
terra erosa, vedremo Civita di Bagnoregio così come la vedeva Bonaventura da
Bagnoregio.
Il borgo è situato nelle vicinanze del paese di Bagnoregio,
nel viterbese. Domina l’intera valle dei calanchi, schiacciata dal lago di
Bolsena e il fiume Tevere ad est. La si raggiunge in cinque minuti di
automobile prima di fermarsi nelle vicinanze del ponte. È pedonale, percorso
soltanto da qualche motorino e da apecar. Attraversa la valle e punta verso la
porta d’ingresso fra le mura. Sicuramente stona col resto del paesaggio, ma
comunque crea un effetto di cordone ombelicale.
Entrando sul basamento in tufo, solcando la strada
lastricata, si viene attratti dall’arco d’ingresso, contornato da piante
rampicanti. Penetrano sui balconi, dalle finestre aperte di una calda giornata
d’agosto. Si affacciano sulla piccola via del borgo, fra piazzette e vicoli. Uno
su tutti, quello sulla piazza principale. Guarda verso la Chiesa di San Donato,
costruita sulle antiche spoglie di un tempio. Custodisce il sacro crocifisso
ligneo e con lui tutte quelle tradizioni culturali che si porta dietro.
Nessun negozio, solo un caffè. Il turista trascorre il suo
tempo fra le meraviglie nascoste. Rimane attratto dall’antico mulino, oppure
dalla abitazione del fabbro a picco sulla valle. Probabilmente in una erosione
futura sarà la prima a scendere giù a valle, rimanendo impressa soltanto nelle
fotografie.
Ed è una scala a chiocciola a nascondere la casa di San Bonaventura. Anch’essa guarda la valle, anch’essa dalle piante rampicanti invasive.
Ed è una scala a chiocciola a nascondere la casa di San Bonaventura. Anch’essa guarda la valle, anch’essa dalle piante rampicanti invasive.
Cosa dire? Civita di Bagnoregio è uno di quei borghi da
salvare, ma è anche uno di quei borghi che scompariranno il prima possibile. La
sua storia, la sua fine inesorabile, le donano fascino. E a noi non resta che
visitarla, immortalarla e piangerla.
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