Nella città di Lanciano si tiene, ogni anno, una mostra
artistica diversa dalle altre. Si chiama (Con)fusioni ed è l’arte del non
compiuto, dell’indefinito. Per l’occasione sono stato invitato nella categoria “scrittori”.
La mostra è ospitata nell’Auditorium Diocleziano, ossia uno
spazio collettivo chiuso ricavato all’interno del ponte romano. Si vive l’atmosfera
dell’antico, del passato, in quanto ogni elemento che compone questa
architettura appartiene ad un’epoca storica lontana dalla nostra. Come le
pareti, tirate su con mattoni romani, che sorreggono volte a crociera, che
hanno anche la funzione di scandire lo spazio. L’intero salone, esteso in
lunghezza, viene illuminato grazie alle arcate laterali, schermate dagli agenti
atmosferici mediante vetrate. Sul fondo del salone, fiancheggiante l’ingresso,
troviamo un cunicolo che collega i sotterranei di Lanciano, conducendo verso il
Miracolo Eucaristico. Al centro dello spazio sono aperte ampie aule, che
scendono ancor più sotto il livello dell’auditorium. E infine sul fondale opposto troviamo il
palco, anticipato da file di sedie. Il mio compito è quello di salire sul quel
palco, di leggere un mio testo inedito e di sperare nella buona reazione del
pubblico. E faccio così. In attesa di essere invitato dal presentatore a salire
sul palco, ripasso il tutto, gettando uno sguardo verso le installazioni
artistiche collocate lungo il percorso. E faccio anche delle fotografie, mentre
un diligente musicista suona il contrabbasso. Terminata la performance
musicale, è il turno degli scrittori. Sono il penultimo a salire e mi trovo
anche in diretta radiofonica. E alla fine mi inceppo. Ma l’applauso finale,
accompagnato dalle risate per il mio testo comico, mi lascia soddisfatto.
Terminata la parte letteraria, ho tutto il tempo di visitare la mostra.
Comincio con le installazioni e le opere di design. Mi soffermo sulla scultura
e mi emoziono nella sala delle arti figurative: non tanto per il loro messaggio
o per come appaiono, bensì per il contesto nella quale sono appese, che
unendosi a quei colori e a quelle tematiche, dona un tocco di poesia al tutto.
Ed è forse il momento migliore per visitare la mostra, visto che dopo le 20.00
lo spazio è vuoto. Lascio il tutto e risalgo verso la piazza.
Piazza del Plebiscito è situata al di sopra dell’auditorium. A rappresentare la
mostra è una scultura del tutto particolare: un insetto mastodontico che
sovrasta una vera fiat 500 verde acido. Non ho nemmeno il tempo di scattare una
foto che dietro di me si sviluppa un anello di persone in attesa di una
performance artistica: un tizio sfida la morte. Immette la testa all’interno di
un cubo di cemento e in seguito si cosparge di calce per tapparlo. Col peso del
cubo, strisciando a terra, raggiunge un panno nella quale sono presenti un
martello e uno scalpello. Con la testa ancora nel cubo, comincia a dare botte
di scalpello sulla superficie del solido, spaccandolo a metà. Un minimo mi sono
preoccupato. Quando il tizio era nella fase più straziante della performance,
ho temuto per la sua vita. Bastava un errore affinché lo scalpello non gli
perforasse la calotta cranica, o che l’aria all’interno del cubo terminasse.
Tutto bene quel che finisce bene e l’artista se ne è tornato a casa sulle sue
gambe.
PS: hanno inserito la mia foto e biografia nell’ultima pagina del libricino
della mostra.. Yeah!
|
Auditorium Diocleziano |
|
(con)fusioni, opera di Alessiani, Polidoro, Silverii |
|
(con)fusioni, opera di Alessiani |
|
(con)fusioni, opera di Truszkowska |
|
(con)fusioni, opera di Cruciata |
|
(con)fusioni, opera di Teschio Urbano |
|
(con)fusioni, opera di Righetti |
|
(con)fusioni, opera di Endmeid |
|
(con)fusioni, opera di F. Di Bernardo |
|
(con)fusioni, opera di Montanaro |
|
(con)fusioni, opera de I Mesci |
Nessun commento: