La bomboniera di Ceski Krumlov
Molti anni fa guardai al cinema il film “The Hostel”, di Eli Roth. Narrava le vicende di un gruppo di ragazzi in Repubblica Slovacca e della loro avventura drammatica. Un film horror dai risvolti pulp. Il film non era niente di che, le ambientazioni, invece, meritavano di essere approfondite. Era stato girato in Repubblica Ceca, sia nella città di Praga che in quella di Ceski Krumlov. Le nostre prossime due tappe del Interrail.
Partimmo da Bratislava con un bus economico. Ci fermammo dapprima a Brno, città nota per l’omonima tappa della MotoGP e dall’aspetto tetro, e in una seconda molto meno famosa. Da qui un secondo bus e l’approdo in città. Ci lasciarono al capolinea, posta sulla sommità di una collina. Dall’alto si godeva il panorama della città di Ceski Krumlov, fatto di abitazioni dal tetto rosso. Attraversammo la città intera, dirigendoci verso il nostro ostello: il Merlin. Anch’esso ha vinto numerosi premi e ottenuto riconoscimenti, fra cui uno singolare: miglior atmosfera d’Europa 2010. Possiede due strutture: la prima è a ridosso del fiume, la seconda è situata in una via fuori dal centro storico (ciononostante è a cinque minuti dalla piazza). Veniamo divisi in due stanze, dal mobilio in legno e dalla vista su un cortile interno. Dopo aver poggiato le valigie, comincia il nostro tour per la città.
La città è circondata dal fiume Moldava e dall’alto assume la forma di una goccia. All’interno della goccia si trova la parte più antica della città, quasi interamente pedonale, che vede nella propria chiesa l’architettura di maggior importanza. Il castello, invece, è collocato dall’altra parte del fiume, facilmente accessibile da un ponte pedonale. Al centro della città si trova un’ampia piazza, sulla quale sorgono ristoranti, negozi di souvenir e un museo sotterraneo della tortura. Non a caso il tema centrale del film Hostel è proprio la tortura. Lo visitiamo, restando delusi dalle aspettative. Nel dedalo di vie, che si distribuiscono a raggera rispetto all’ansa del fiume, si trovano spazi pubblici pieni d’atmosfera. Il fiume viene utilizzato per fare sport: uno su tutti è il rafting. Ci sono scuole apposite e cadere fra le acque del Moldava non è affatto pericoloso, infatti l’acqua è molto bassa.
La sera ceniamo in un locale sul fiume, ordinando una specie di fettina con un formaggio sciolto sopra. Non vi nascondo la puzza emanata da quel piatto! Da bere una 0,5 di birra, pagata 50 centesimi. Davvero poco. Facciamo un giro per le vie del centro, entrando in un pub sotterraneo. Per il resto non vi è nient’altro da fare. La città è molto piccola e la notte scarseggia di mondanità. La mattina pranziamo qui e ripartiamo nel primo pomeriggio, destinazione Praga. Ah, dimenticavo. Prendiamo per la prima volta uno student-bus: un autobus low cost per gli under 26. A bordo ci servono caffè, danno caramelle, regalano cuffie e quotidiani (impossibili da leggere).
Partimmo da Bratislava con un bus economico. Ci fermammo dapprima a Brno, città nota per l’omonima tappa della MotoGP e dall’aspetto tetro, e in una seconda molto meno famosa. Da qui un secondo bus e l’approdo in città. Ci lasciarono al capolinea, posta sulla sommità di una collina. Dall’alto si godeva il panorama della città di Ceski Krumlov, fatto di abitazioni dal tetto rosso. Attraversammo la città intera, dirigendoci verso il nostro ostello: il Merlin. Anch’esso ha vinto numerosi premi e ottenuto riconoscimenti, fra cui uno singolare: miglior atmosfera d’Europa 2010. Possiede due strutture: la prima è a ridosso del fiume, la seconda è situata in una via fuori dal centro storico (ciononostante è a cinque minuti dalla piazza). Veniamo divisi in due stanze, dal mobilio in legno e dalla vista su un cortile interno. Dopo aver poggiato le valigie, comincia il nostro tour per la città.
La città è circondata dal fiume Moldava e dall’alto assume la forma di una goccia. All’interno della goccia si trova la parte più antica della città, quasi interamente pedonale, che vede nella propria chiesa l’architettura di maggior importanza. Il castello, invece, è collocato dall’altra parte del fiume, facilmente accessibile da un ponte pedonale. Al centro della città si trova un’ampia piazza, sulla quale sorgono ristoranti, negozi di souvenir e un museo sotterraneo della tortura. Non a caso il tema centrale del film Hostel è proprio la tortura. Lo visitiamo, restando delusi dalle aspettative. Nel dedalo di vie, che si distribuiscono a raggera rispetto all’ansa del fiume, si trovano spazi pubblici pieni d’atmosfera. Il fiume viene utilizzato per fare sport: uno su tutti è il rafting. Ci sono scuole apposite e cadere fra le acque del Moldava non è affatto pericoloso, infatti l’acqua è molto bassa.
La sera ceniamo in un locale sul fiume, ordinando una specie di fettina con un formaggio sciolto sopra. Non vi nascondo la puzza emanata da quel piatto! Da bere una 0,5 di birra, pagata 50 centesimi. Davvero poco. Facciamo un giro per le vie del centro, entrando in un pub sotterraneo. Per il resto non vi è nient’altro da fare. La città è molto piccola e la notte scarseggia di mondanità. La mattina pranziamo qui e ripartiamo nel primo pomeriggio, destinazione Praga. Ah, dimenticavo. Prendiamo per la prima volta uno student-bus: un autobus low cost per gli under 26. A bordo ci servono caffè, danno caramelle, regalano cuffie e quotidiani (impossibili da leggere).
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