Abruzzo e Vallonia: due terre simili
Prima dello scorso anno, avevo sentito parlare della Vallonia solo sui libri di geografia. Su di uno, stampato negli anni '90, la si descriveva come "una terra meno sviluppata delle Fiandre - l'altra regione belga - e caratterizzata da verdi paesaggi". Niente di più. Da allora non avevo mai preso in considerazione l'idea di studiare la Vallonia e se proprio fossi dovuto andare in Belgio avrei scelto una Bruxelles e una Bruges.
Poi presi il quotidiano della mia regione, in data 8 agosto. Si ricordava l'anniversario delle vittime di Marcinelle, nelle vicinanze di Charleroi, nella quale persero la vita molti abruzzesi. E nell'articolo si parlava non solo dell'evento storico, bensì degli attuali italiani in Belgio e del forte legame che lega l'Abruzzo alla Vallonia.
Così mi sono informato meglio, naturalmente lasciando da parte i libri di geografia. E cosa mi è successo? Mi sono appassionato di questa terra. Ma non solo: non ho potuto fare a meno di notare i legami fra l'Abruzzo e la Vallonia. Dieci mesi dopo, con una collaborazione con l'Ufficio del Turismo Belga Bruxelles-Vallonia, sono partito alla volta del Belgio, deciso a conoscere quanto più possibile.
Ho ricercato (il mio) Abruzzo lontano dall'Abruzzo, a circa 1500 km più a nord. E cosa ho scoperto? Che siamo molto più vicini di quanto possa la strada separarci. Ma arriviamo al dunque: cosa abbiamo in comune con la Vallonia?
1. Una storia comune: la storia comune fra l'Abruzzo e la Vallonia comincia dopo la seconda guerra mondiale, quando il Belgio apre le porte all'immigrazione. I belgi non volevano più lavorare sotto le miniere, gli italiani necessitavano di un lavoro. Durante il decennio 1945-1955 furono molti gli abruzzesi che lasciarono la terra natia per trovare fortuna. Pensavano di restare solo cinque anni, e invece non fu così. Una buona parte vi mise su famiglia, dando origine a una generazione di figli di immigrati. Altri perirono, come nell'agosto 1956 a Marcinelle. Questo episodio ha fatto sì che i rapporti fra le regioni si intensificassero. E non solo: venne stipulato un gemellaggio fra Manoppello e Charleroi e Pescara ebbe il suo consolato onorario belga.
2. In Vallonia si parla ancora abruzzese: come detto in alto, l'emigrazione del dopoguerra consegnò molti abruzzesi alla Vallonia. Dalla prima generazione, quella dei pionieri, si è arrivati a una terza e anche quarta generazione, tantoché gli italiani presenti in Belgio sono pari al 7% della colonia italiana. Ma non è tutto: il riconoscimento all'Abruzzo è arrivato con l'elezione a primo ministro del Belgio di Elio Di Rupo, figlio di emigrati di San Valentino in Abruzzo Citeriore. Quale miglior soddisfazione?
3. Due ore ci separano: alle volte penso che sono più vicino di casa a un belga piuttosto che a un napoletano. Ma non per razzismo, semplicemente perché a Napoli ci vado in macchina e impiego più di due ore. In Belgio ci vado in aereo e ce ne metto meno di due di ore. E non solo: a Napoli rischio di spendere fra benzina e autostrada una 50ina di euro, gli stessi per il volo per il Belgio. Ma avrei potuto farvi gli esempi di una Rimini, Bari, etc.
Questo per dirvi che con due ore di volo siamo in Vallonia. Dall'aeroporto Liberi di Pescara parte un volo ogni giorno per Charleroi, a 40 minuti da Bruxelles. È servito dalla Ryanair e costa molto poco. Io l'ho pagato una ventina di euro, tanto quanto la camera d'ostello della prima notte. Beh? Non male.
4. Paesaggi simili: cosa caratterizza l'Abruzzo? Non basterebbero tutti i post del mondo per raccontare la nostra regione. Tuttavia possiamo indicare quali sono le peculiarità che ci riconoscono: in primis la natura, non a caso Campo Imperatore è definito "il Tibet d'Abruzzo"; quindi i monumenti architettonici, quali le abbazie, i monasteri; le fonti termali; la buona cucina; e perchè no? La birra. Se vi dicessi che tutte queste cose elencate caratterizzano la Vallonia? Certo: una Spa non è paragonabile a una Caramanico e una trappista non è paragonabile a una birra abruzzese. Però siamo molto più simili di quello che pensiamo.
5. Sottovalutati, purtroppo: quando si parla del Belgio, si fa sempre riferimento a quelle città nelle Fiandre. Come ho scritto in alto, la Vallonia non è la prima scelta di visita del Belgio. Così come l'Abruzzo non è una scelta di visita dell'Italia. Peccato: siamo vicini a Roma. In generale è questo l'ostacolo comune. E allora penso: perchè non collaborare in scambi turistici? Sarebbe una fantastica idea.
100. L'amore per la nostra terra: sono rimasto colpito dall'affiatamento che i Valloni hanno per la propria terra. Sono fieri della loro storia, delle tradizioni e fanno di tutto per farti sentire a tuo agio. Anche noi abruzzesi siamo una popolazione fiera delle proprie origini e calorosa. E allora, siamo solo terre simili o vicini di casa?
Ho ricercato (il mio) Abruzzo lontano dall'Abruzzo, a circa 1500 km più a nord. E cosa ho scoperto? Che siamo molto più vicini di quanto possa la strada separarci. Ma arriviamo al dunque: cosa abbiamo in comune con la Vallonia?
1. Una storia comune: la storia comune fra l'Abruzzo e la Vallonia comincia dopo la seconda guerra mondiale, quando il Belgio apre le porte all'immigrazione. I belgi non volevano più lavorare sotto le miniere, gli italiani necessitavano di un lavoro. Durante il decennio 1945-1955 furono molti gli abruzzesi che lasciarono la terra natia per trovare fortuna. Pensavano di restare solo cinque anni, e invece non fu così. Una buona parte vi mise su famiglia, dando origine a una generazione di figli di immigrati. Altri perirono, come nell'agosto 1956 a Marcinelle. Questo episodio ha fatto sì che i rapporti fra le regioni si intensificassero. E non solo: venne stipulato un gemellaggio fra Manoppello e Charleroi e Pescara ebbe il suo consolato onorario belga.
2. In Vallonia si parla ancora abruzzese: come detto in alto, l'emigrazione del dopoguerra consegnò molti abruzzesi alla Vallonia. Dalla prima generazione, quella dei pionieri, si è arrivati a una terza e anche quarta generazione, tantoché gli italiani presenti in Belgio sono pari al 7% della colonia italiana. Ma non è tutto: il riconoscimento all'Abruzzo è arrivato con l'elezione a primo ministro del Belgio di Elio Di Rupo, figlio di emigrati di San Valentino in Abruzzo Citeriore. Quale miglior soddisfazione?
3. Due ore ci separano: alle volte penso che sono più vicino di casa a un belga piuttosto che a un napoletano. Ma non per razzismo, semplicemente perché a Napoli ci vado in macchina e impiego più di due ore. In Belgio ci vado in aereo e ce ne metto meno di due di ore. E non solo: a Napoli rischio di spendere fra benzina e autostrada una 50ina di euro, gli stessi per il volo per il Belgio. Ma avrei potuto farvi gli esempi di una Rimini, Bari, etc.
Questo per dirvi che con due ore di volo siamo in Vallonia. Dall'aeroporto Liberi di Pescara parte un volo ogni giorno per Charleroi, a 40 minuti da Bruxelles. È servito dalla Ryanair e costa molto poco. Io l'ho pagato una ventina di euro, tanto quanto la camera d'ostello della prima notte. Beh? Non male.
4. Paesaggi simili: cosa caratterizza l'Abruzzo? Non basterebbero tutti i post del mondo per raccontare la nostra regione. Tuttavia possiamo indicare quali sono le peculiarità che ci riconoscono: in primis la natura, non a caso Campo Imperatore è definito "il Tibet d'Abruzzo"; quindi i monumenti architettonici, quali le abbazie, i monasteri; le fonti termali; la buona cucina; e perchè no? La birra. Se vi dicessi che tutte queste cose elencate caratterizzano la Vallonia? Certo: una Spa non è paragonabile a una Caramanico e una trappista non è paragonabile a una birra abruzzese. Però siamo molto più simili di quello che pensiamo.
5. Sottovalutati, purtroppo: quando si parla del Belgio, si fa sempre riferimento a quelle città nelle Fiandre. Come ho scritto in alto, la Vallonia non è la prima scelta di visita del Belgio. Così come l'Abruzzo non è una scelta di visita dell'Italia. Peccato: siamo vicini a Roma. In generale è questo l'ostacolo comune. E allora penso: perchè non collaborare in scambi turistici? Sarebbe una fantastica idea.
100. L'amore per la nostra terra: sono rimasto colpito dall'affiatamento che i Valloni hanno per la propria terra. Sono fieri della loro storia, delle tradizioni e fanno di tutto per farti sentire a tuo agio. Anche noi abruzzesi siamo una popolazione fiera delle proprie origini e calorosa. E allora, siamo solo terre simili o vicini di casa?
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