Visita a Biella e al Lanificio Ermenegildo Zegna

La storia di Biella è legata a nomi che l’hanno resa grande. Personaggi come Ermenegildo Zegna, i fratelli Cerruti, o Giorgio Aiazzone, hanno contribuito a trasformare la città in un centro produttivo su scala mondiale tantoché nel 1992 essa ha ottenuto il riconoscimento di provincia autonoma.

La stessa famiglia Zegna è stata la principale artefice dello sviluppo di alcune località nel biellese, non solo per i tanti posti di lavoro offerti, ma soprattutto per una filosofia che ha trasformato il territorio, fornendogli servizi e rendendolo più accogliente, sempre con il massimo rispetto dell’ambiente. Oggi questi luoghi sono frequentati da turisti interessati sia alle tante attività turistiche annesse e connesse, sia alla storia del Lanificio Zegna.

Il Lanificio Ermenegildo Zegna è situato nella vicina località di Trivero. Il suo fondatore fu proprio tale Ermenegildo Zegna, un imprenditore che grazie ai tessuti riuscì a far diventare la sua industria famosa in tutto il mondo, tanto da renderlo uno fra i massimi industriali della storia italiana. Fu un visionario che trasformò in realtà dei sogni utopici. Nacque nel 1892 e fu ultimo di dieci fratelli. A 18 anni aprì il lanificio assieme al padre e acquistò dalla Gran Bretagna macchinari innovativi e materie prime provenienti dal Sudafrica e dall’Australia. Nei vent’anni successivi ebbe il salto di qualità tanto da garantire 1000 posti di lavoro a persone del territorio. Negli anni della seconda guerra mondiale utilizzò i suoi operai per la costruzione della strada Panoramica Zegna, un tratto di asfalto che saliva fino a Bielmonte, ossia una località sciistica di pregio del biellese. Morì nel 1966 lasciando in mano agli eredi un impero. Fu accresciuto nel tempo, con l’apertura di negozi all’estero e con la formazione dell’Oasi Zegna nel 1993, un’area montana a libero accesso di 100 km² di superficie. 

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Casa Zegna, carta d'identità di Ermenegildo Zegna



L’OASI ZEGNA

L’Oasi Zegna è stata il “sogno verde” della famiglia Zegna e oggi conta 500.000 conifere fatte piantare appositamente. L’idea era quella di salvaguardare la biodiversità del territorio garantendo una protezione alle forme di fauna minacciate dall’uomo e contribuendo all’aumento della flora. Al suo interno è possibile svolgere diverse forme di turismo attivo, fra cui:

- Attività verdi: escursionismo, trekking a cavallo, palestra di roccia, nordic walking, rolba run, parco avventura e bungee center, bike touring, tennis, piscina. 
- Attività bianche: sci, snowboard, sci di fondo, alpinismo, ciaspolate, pattinodromo. 
- Altre attività: centri benessere, percorsi tematici, visite museali.

Fra le iniziative dell’Oasi Zegna c’è il Progetto Life e ha come scopo la salvaguardia e la conservazione del patrimonio naturale dell’Oasi. Il suo simbolo è un coleottero, dal nome Carabus olympiae, ossia una specie di scarafaggio dalla corazza verde in via d’estinzione. Con interventi mirati, si sta cercando di ripopolare la valle con questo insetto. Un’oasi da visitare tutto l’anno, godendo in primavera la fioritura, in estate i verdi pascoli, in inverno le nevi in cui sciare e in autunno i colori stagionali cangianti. Un turista che visita l’Oasi Zegna potrà:

1. Visitare il Lanificio (Casa Zegna) e conoscere la storia dell’azienda.
2. Visitare il Centro Zegna, con i suoi negozi.
3. Risalire la Panoramica Zegna, una strada per vedere il biellese dall’alto.
4. Ritrovare i luoghi di battaglia di Fra Dolcino.
5. Passeggiare sulla via della transumanza.
6. Visitare i siti archeometallurgici.
7. Visitare i vicini santuari di San Giovanni di Andorno, San Bernardo e della Brugheria.
8. Visitare le aree geologiche.




VISITARE CASA ZEGNA, IL CUORE DELL’AZIENDA

La visita all’azienda comincia dal cortile oltre il cancello di ingresso, che guarda da un lato l’industria e dall’altra la Casa Zegna, un’abitazione degli anni ’30 ospitante il museo. Vi si accede passando da un padiglione in cui sono allestite mostre artistiche temporanee e che sottolineano la dedizione dell’azienda di produrre arte sul territorio. Non a caso sono presenti installazioni di Michelangelo Pistoletto, artista di fama internazionale nato a Biella. La sua opera DNA, posta nella tromba delle scale, è un insieme di cassoni di legno che ruotano a spirale, mentre la scritta “Habitus Zegna – mano, mente, prodotto, ambiente” è stata pensata dallo stesso per sottolineare la filosofia dei Zegna. Ma perché Pistoletto è così legato a questa azienda? Suo padre Ettore Oliviero dipinse alcune gallerie dell’industria, per diffondere un credo artistico fra gli operai. Lo stesso Michelangelo porta avanti la missione del padre curando progetti ed esposizioni, fra cui “All’Aperto”, dove vengono installate opere in natura, anno dopo anno. 

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Casa Zegna, misure del Principe Carlo


Le prime sale espositive ripercorrono la storia di Ermenegildo Zegna e mostrano la lavorazione dei tessuti, dal produttore al consumatore. Si stimano, per una lavorazione, 500 mani diverse divise fra: asta, lanificio, lavaggio, pettinatura, filatura, orditura, rammendo, finissaggio, controllo, magazzino, taglio, confezione, ancora magazzino, vendita. Al piano superiore sono conservati antichi e preziosi faldoni della seconda metà dell’800 che contengono campionature di tessuti diversi fra loro e sono affiancati da album con ritagli di pubblicità e articoli di giornale. 

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Casa Zegna, uno storico abito qui realizzato


La visita prosegue anche all’esterno dell’azienda, lì dove si trova il Centro Zegna. Venne fatto costruire dallo stesso Ermenegildo per fornire ai suoi operai un servizio in più. Questo centro era una vera e propria città contenuta in un palazzo, dove inserire l’ospedale, le scuole, gli asili, i bar e i dopolavoro. Una innovazione del tempo che ha reso l’azienda una parte integrante del territorio.

Dati utili: Casa Zegna, Via Marconi 23, Trivero (Biella). Aperto al pubblico in occasione di mostre temporanee, la Domenica dalle 14:00 alle 18:00. Numero: 015 7591463. 

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Casa Zegna



L’HOTEL BUCANEVE DI BIELMONTE

Se si risale la Panoramica Zegna si arriva nello spiazzo antistante l’Hotel Bucaneve di Bielmonte, il punto di riferimento dell’Oasi Zegna. La strada è a zig zag, a tratti tortuosa, ma in venti minuti conduce fino a questa località sciistica. Le sue piste sono di ogni difficoltà e si godono di una vista sulle Alpi e sulle Prealpi, oltre ad avere un affaccio sulla Liguria (visibile in lontananza), su Milano (di cui si scorgono le luci nelle ore notturne) e sulle vette Valdostane. Il punto panoramico migliore è il Rifugio Monte Marca. 

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panorama dal Rifugio Monte Marca


L’Hotel Bucaneve fu costruito dall’architetto Luigi Vietti nel 1964 e ha una tipica forma alpina. È diviso in quattro livelli con attività comuni nei primi due e camere negli ultimi due. Tutti gli arredi sono in legno e si respira un’atmosfera da baita di montagna con soprammobili che contribuiscono a rendere speciale l’ambiente. Fra i servizi c’è un ristorante con cucina tipica piemontese: assolutamente da provare la polenta con i formaggi e le tante varietà di salumi. Inoltre è piacevole concedersi un trattamento benessere nella SPA, fra vasche idromassaggio e saune. 

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Polenta piemontese ai tre formaggi


Le stanze sono accoglienti e affacciano sul panorama. Hanno tutto l’essenziale per garantire una piacevole nottata nell’albergo. I tanti oggetti forniti, fra cui accappatoi, ciabatte e prodotti per la pulizia corporea, sono la ciliegina sulla torta. 

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Hotel Bucaneve, sala interna



LA CITTÀ DI BIELLA

Biella è una piccola città piemontese situata ai piedi delle Alpi e vanta una popolazione di circa 50.000 abitanti. È suddivisa in due parti, collegate fra loro con una moderna funivia divenuta uno dei simboli della città. Si tratta di Biella Piano, ossia la città sviluppatasi dopo il ‘400, e la Biella Piazzo, il cuore medievale collocato sopra una collina. 

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Biella, la funivia


A Biella Piano ci sono molte cose da vedere. Il percorso inizia dal luogo più famoso della città, ossia la Cattedrale di Santo Stefano. Fu costruita a partire dal 1402 e ha un interno a croce latina diviso in tre navate, con coro e presbiterio. Al suo fianco si trova il battistero ed è considerato fra i massimi esempi di arte romanica in Piemonte: venne costruito al di sopra di un precedente sepolcreto romano ed è costituito da laterizi e piccoli ciottoli, sin una scala a pianta quadrilatera con quattro absidi semicircolari. Una seconda chiesa di grande importanza è la Basilica di San Sebastiano, con convento annesso, iniziata nel 1500. Anch’essa è divisa in tre navate e affaccia su un chiostro. 

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Biella, il battistero


Con la funivia si sale a Biella Piazzo. Qui sono obbligatorie le visite alla Porta della Torrazza, in mattoni rossi, alla Chiesa di Sant’Anna, ma soprattutto alla Piazza della Cisterna, cuore di Biella. È caratterizzata da una cortina di edifici che formano una piazza rettangolare, col Palazzo dei Principi dal Pozzo della Cisterna a fungere da scenografia in uno dei due lati corti. È molto piacevole girarla sotto i suoi portici e fermarsi in uno dei tanti localini qui situati. 

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Biella, Piazza della Cisterna



COME ARRIVARE A BIELLA

Biella è raggiungibile in automobile attraverso due strade. La prima è l’A4, l’autostrada che collega Torino a Milano. Si dovrà uscire a Santhià o a Carisio, seguendo le indicazioni per Biella. La seconda strada è l’A26 e in tal caso si dovrà uscire a Romagnano Sesia. La città è anche allacciata alla rete ferroviaria italiana con la Stazione di Biella San Paolo.


COME MUOVERSI A BIELLA

A Biella ci si muove facilmente a piedi ed è consigliabile la funivia per raggiungere Biella Piazzo. Se invece si vogliono visitare le località di Trivero e di Bielmonte è consigliabile muoversi in automobile. I mezzi pubblici ci sono, e sono efficienti. Tuttavia hanno le loro tempistiche e potrebbero far saltare dei piani di visita.


COSA VEDERE NELLE VICINANZE DI BIELLA

Nel biellese sono molte le attrazioni turistiche presenti. Fra queste consiglio il Santuario d’Oropa, uno dei massimi esempi di complessi religiosi presenti in Italia, e il Ricetto di Candelo, una cittadella medievale rimasta immutata nel tempo, che conserva ancora lo stile di 700 anni fa. 

Scritto: Gennaio 2015
Ultima modifica: Gennaio 2018

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