Parigi, piccole storie dalla città
Girando per le
vie limitrofe a Saint Germain Des Pres, mi imbatto in un ragazzo vestito
stravagante: sembra un domatore o un facchino, con una completo rosso dai bottoni dorati, un
cappello rosso e gli occhialoni neri. È fermo davanti ad un negozio che per via
del tappeto rosso e dello stesso ragazzo ricorda la Hall di un albergo. E invece
no. È una cupcakecheria, la più piccola di Francia e forse del mondo (1 x 2
metri). Secondo quello che ci dice la pasticciera è anche la più buona di
Francia.
Prima di entrare un ragazzo di colore malvestito mi ferma. Inizialmente mi
preoccupo, in seguito lo ascolto. Mi spiega che entrare in quel negozio vuol
dire tornarci. Lo ritiene il migliore in assoluto. Mi convince e per 2,50€ mangio
un Cupcake delizioso. Lui torna alla vita di strada. Uscendo vengo a sapere che
quel tizio malvestito era il proprietario del locale, di sicuro non un intenditore di moda, ma un genio della comunicazione. Località: Saint Germain des Pres.
Anche a Parigi il due novembre si ricordano i morti e i
cimiteri maggiori si attrezzano per l’occasione. Non vengono presi d’assalto
dai parenti, bensì dai turisti. Comprano le planimetrie del cimitero, arrivando
a pagare un foglio di carta anche un paio d’euro, alla ricerca delle tombe più
famose: da Oscar Wilde a Edith Piaf, da Beckett a Baudelaire. Le lapidi e le
cappelle scandiscono lo spazio offrendo un immagine d’insieme del tutto
suggestiva. Fra le tombe è facile trovare i fotografi specializzati, di quelli
che si portano lo staff dietro. Uno di loro attira la mia attenzione, anche perché
indica al suo inserviente come reggere quella specie di foglio bianco che
riflette la luce. Avvicinandomi scopro che sta scattando delle fotografie ad un
modello. Non un modello in pietra o gesso, ma uno in carne ed ossa. Sarà un
ragazzo sulla ventina, col fisico scolpito e lo sguardo tenebroso. Si adagia
dapprima su una lapide, in seguito davanti la porta di una cappella. Rimango
perplesso, per un book diverso dagli altri si invade lo spazio del riposo
eterno. Nel cimitero l’uomo abbandona il proprio corpo e libera l’anima;
contemporaneamente alcuni modelli perdono la loro dignità d’animo per il
proprio corpo. Località: Père Lachaise.
La stazione ferroviaria di Montparnasse è una fra le più brutte di Parigi. Viene attraversata giornalmente da un’infinità di persone, eppure nessuno ha pensato di risistemare quello schifo di architettura. Il cemento armato si sgretola. Le vetrate sono sporche. E sarà che fuori sta piovendo e tutto mi sembra ancor più grigio di quello che è. Fra tutti gli aspetti negativi, un luogo colorato. Lo scopriamo senza volere, ricercando i bagni. È una stanza di attesa composta da divanetti, tavolini, ripiani per il pc con tanto di connessione e presa elettrica, da una biblioteca e un distributore di bevande. Ognuno può rilassarsi in questo spazio concepito appositamente per il riposo. Qualcuno ne approfitta per pranzare con un panino, sprigionando nell’aria sapori di ogni genere. Gli uccellini al richiamar delle briciole invadono lo spazio, e devono essere talmente abituati alla figura dell’uomo da non aver paura di avvicinarsi ai loro piedi. Magari sono di passaggio, ma in quel preciso istante hanno trovato un angolo di pace da condividere con l’uomo. Località: Montparnasse.
Il tratto stradale che da Piazza Dauphine arriva alla
Cattedrale di Notre Dame è un elegante passeggiata che costeggia la Senna. Gli
edifici della sponda sud, pur non essendo famosi, creano una cortina
scenografica che valorizza il paesaggio. Si affacciano con le loro facciate
pastello verso il fiume che marrone è per
degli scarichi di ogni genere. Scivolare nella Senna è pericoloso per le
forti correnti e per l’inquinamento. Gli argini sono stati costruiti prevedendo
un muretto, largo una cinquantina di centimetri, che corre per tutto il fiume.
Le acque che lo oltrepassano defluiscono in una cavità chiusa. Sul muretto un
ragazzo con la barba passeggia, incurante del rischio che sta correndo. Un
piede dopo l’altro giunge alla Piazza con la scalinata. Evita le semplici scale
e cammina sul muretto di protezione. Si fida tanto dei suoi piedi, così come
Parigi si fida degli argini. Se il livello dell’acqua sale, la loro sicurezza
termina. Località: Citè.
Uno dei racconti alla quale mi sono appassionato è stato “Harry Potter”. Ho apprezzato la ricerca ossessiva, della sua autrice, nel ricercare personaggi realmente vissuti e riadattarli in un romanzo fantastico. Nel primo libro si cita la figura di Nicolas Flamel. Ma chi era? È considerato ancora oggi il più famoso alchimista della storia e visse proprio nella città di Parigi. La sua abitazione è la più antica in pietra della città, con il laboratorio a lui appartenuto al piano inferiore. Non sono riuscito a trovarla. Mentre controllavo la cartina con ossessione, mi sono accorto di essere nella via a lui intitolata, ma la sua casa era altrove. Alla fine ho lasciato perdere la ricerca. Chissà se invece Nicolas Flamel trovò l’elisir di lunga vita? Località: Arts et Metiers.
I vu compra parigini sono diversi da quelli che troviamo in
Italia. Premesso che sono anche loro ragazzi di colore, hanno una
determinazione diversa: se non compri un loro articolo ti si mettono alle
calcagne, nell’attesa di ricevere un’offerta. Vendono di tutto, dall’occhiale
da sole al braccialetto e sembra si siano specializzati in piccoli souvenir a
basso costo. Un grande anello contiene centinaia di modellini della Torre
Eiffel in ferro, venduti per un solo euro. Sono in costante allerta, anche
perché nella piazza dove lavorano, quella di Trocadero (famosa per la vista
panoramica verso la Torre Eiffel) la polizia circola fra la folla. Quando un
poliziotto si avvicina con fare minaccioso, tutti i vu compra scappano negli
angoli della piazza, nascondendosi dietro le statue o fra la folla. Tentano di
fermarne alcuni e la scena mi fa quasi sorridere. Tornando alla metro un vu
compra mi fa porge degli occhiali da sole colorati, alzando lo sguardo mi
accorgo che eravamo davanti l’ingresso del commissariato. Strani questi
ragazzi. Località: Trocadero.
Durante le Olimpiadi di Londra del 2012, ero venuto a
conoscenza di una pista ciclabile che avrebbe collegato Parigi alla capitale
inglese. Col passare dei mesi ho rimosso la notizia dalla mente, sino a quando
non sono uscito dalla Cattedrale di Notre Dame: un triciclo adibito al
trasporto delle persone, attira la mia attenzione. Non ne avevo mai visto uno
simile e vuoi il colore, vuoi la forma strana, ne sono rimasto affascinato.
Qualche metro più avanti parcheggia al di sotto di un cartello, che segnala la
direzione giusta per arrivare in bicicletta a Londra. In futuro penso di
intraprendere quella via. Magari con un triciclo.. Località: Citè.
Immagino quante volte gli addetti del Pere Lachaise hanno
ricevuto la domanda: “mi scusi, per la tomba di Jim Morrison?”. Non so dare una
risposta, sta di fatto che una signora di una certa età, che ha vissuto quegli
anni sessanta di contestazione giovanile, mi pone la domanda. È vestita con un
pantalone attillato nero di pelle, un cappotto nero e scarponi neri. Alla sua
età continua a manifestare il rock che è in lei. Arrivati sulla tomba del Re
Lucertola, ci accorgiamo della folla accalcata dietro la transenna, per poter
scattare una foto o gettare il biglietto della metro come dono. Fra tutti una
giovane coppia di fidanzati. Lei appoggiata sulla transenna, lui in piedi su
una tomba che le scatta una foto. Il sorriso a trentadue denti, la scritta Jim
Douglas Morrison sulla lapide nello sfondo, e il primo piano. Se non è
possibile farsi immortalare col proprio idolo, lo si può fare con la tomba.
L’importante è poi metterla su Facebook come immagine del profilo, per essere
davvero fighi (don’t try this). Località: Père Lachaise.
Per tre giorni
consecutivi, ho percorso il tratto metropolitano che va dalla “Gare de Lyon”
sino alla stazione di “Denfert – Rochereau”. È un bel passaggio, anche perché i
treni escono dalle gallerie sotterranee e si affacciano sulla Senna. La colonna
sonora del momento viene offerta da cantori bravi e non. Una coppia di giovani,
dall’accento spagnolo, si alternano in un duetto di musiche allegre. Un uomo dell’est
si diletta con la fisarmonica. Ed infine il grande genio, un indiano che si è
portato tutta l’attrezzatura: microfono, cassa, strumento. È stonato, tuttavia
riesce a far sorridere tutto il treno. Nel momento in cui gli scatto una foto
mi lancia un’occhiataccia, ma tanto siamo arrivati.
Quest’anno ricorrono gli 850 anni della Cattedrale di Notre
Dame e per l’occasione la città di Parigi ha previsto l’installazione di una
scenografia provvisoria. È un’architettura composta da sale espositive che ripercorrono
la storia della Cité, da una passerella che punta prospetticamente il portale,
e infine da una platea che fronteggia la facciata gotica. La soluzione mi
lascia inizialmente perplesso, anche perché avrei voluto scattare una
fotografia di insieme della struttura. In seguito ho avuto modo di apprezzare
la gradinata in quanto offriva punti di vista interessanti. Era stata presa
d’assalto da turisti in cerca di riposo: alcuni gettavano a terra le buste
dello shopping, altri estraevano la loro fotocamera qualcuno aveva un taccuino
per schizzare il monumento. Fra le persone in fila per entrare in chiesa se ne
distingue una che cerca di attirare la folla. Trasforma la piazza nel suo set
teatrale e servendosi di comparse ignare, prepara le gag. Si mette alle spalle
di un passante e lo comincia ad imitare, nelle sue movenze, nel passo, e nel
modo di fare. Se la sua vittima indossa un cappello, allora anche l’artista di
strada ne caccia uno dalla tasca. Oppure finge di trascinare una coppia di
vecchietti, come se fossero un peso. Il pubblico applaude, lo fotografa e lo
acclama. Al termine dello spettacolo chiede un’offerta. In quel momento il
pubblico si alza e se ne va. Località: Citè.
Gli infiniti
corridoi della metropolitana sono delle casse armoniche perfette. Il suono
allieta la discesa dai treni e ti proietta in una atmosfera del tutto nuova.
Sentire Bach all’interno di uno spazio squallido, e in più suonato da un’orchestra
al completo, è qualcosa di fantastico. Tutto gratuito, si punta alla vendita
dei cd. Località: Chatelet.
Le Champs
Elysees è una via famosa per le vetrine all’avanguardia.
Puoi trovare di tutto, come il Disney Store, le grandi firme di moda o
prototipi
avveniristici di case automobilistiche francesi. Tuttavia nulla può
essere
paragonato all’Arco di Trionfo sullo sfondo. È fra i simboli della
città, elemento di quella Francia nazionalista ed orgogliosa. Ad
oscurare la
sua vista ci pensa una vettura parcheggiata al bordo della strada, che
attira l’attenzione
dei passanti: è una Ferrari, emblema del nazionalismo italiano. Può
essere
affittata, alla modica cifra di 80€ per 25 minuti di guida. Mi
sono sentito orgoglioso della mia terra, d’altronde una Citroen non
avrebbe fatto lo stesso effetto! Località: Citè.
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