Lisbona, fra le vie del centro

La tratta notturna Siviglia – Lisbona è stata più pesante del previsto e le otto ore di pullman non sono volate via col sonno. Siamo partiti dalla stazione dei bus, all’una di notte, al prezzo di 30€. L’autobus era comodo e permetteva l’inclinazione dei sedili, lasciando spazio sufficiente per non schiacciare il passeggero alle tue spalle. L’aria condizionata a palla, per accrescere quel mal di gola tipico dei forti sbalzi di temperatura e la felpa come unica coperta in grado di proteggere dalla brezza artificiale.
La nota stonata sono state le tante fermate intermedie, circa una decina, distribuite nel sud del Portogallo. Ogni qual volta l’autobus entrava in una città, l’autista prendeva il microfono e comunicava il nome del luogo. Al suo richiamo chi doveva scendere scendeva, mentre chi doveva aspettare le altre mete si rimetteva a dormire. A Faro, verso il confine spagnolo, non è andata così. Entriamo nel paese, fermandoci nella piazza desolata nella notte. L’autista annuncia l’arrivo. Nessuno reagisce. Ripete il nome per una seconda volta. Ancora niente. E una terza, una quarta. Tutti dormivano. A quel punto, egli decide di passare da ogni passeggero, svegliando l’autobus. Quella fase di dormiveglia, dove tutto sembra non appartenere alla realtà, ti porta in una dimensione da sbronza. In quel momento provavo questa sensazione e non vedevo l’ora di arrivare in capitale. Escludendo una visione notturna del centro di Setubal, i miei occhi si sono riaperti nella notte fonda di Lisbona. 

La capitale portoghese è ancora avvolta sotto le coperte. Le prime ore del mattino sono fredde, le strade vuote, il traffico inesistente. Il sole non ancora si alza in cielo e le luci dei lampioni illuminano a incandescenza gli angoli urbani. La metropolitana è chiusa e per raggiungere il nostro Hotel siamo costretti a prendere un taxi. Ci accompagna un’autista di una certa età. Rughe sul viso, camicia sbottonata. Ci raccomanda di non entrare nel Parco Edoardo VII di notte, il rischio è di essere violentati. Paghiamo quei 5€ a testa e siamo davanti l’Hotel Excelsior, in Rua Sampaio. Sono le 5:30 del mattino e nella reception ci sono soltanto due signori di colore che discutono animatamente in giacca e cravatta. Mostriamo la prenotazione (30€ a notte) al portiere, tuttavia ci comunica che la stanza sarà disponibile solo dalle 10:30 del mattino. Perciò dovremo aspettare la sera per rientrare in stanza. Poggiamo i bagagli nella ripostiglio e lasciamo l’Hotel. Troviamo un bar aperto su Piazza Marques de Pombal, nel quale prendiamo una bevanda calda e una merendina confezionata. Ci connettiamo in attesa che la vicina metropolitana apri i cancelli. Lentamente passa quell’ora, la metropolitana viene aperta, il sole illumina il vicino parco e il viavai di persone invade il marciapiede fuori la vetrina.

Raggiungiamo in metro la Piazza del Commercio, in portoghese Praça do Comércio, la più grande e importante della città. Viene anche chiamata Piazza del Palazzo, in quanto un tempo sorgeva, al suo posto, il Palazzo Reale Ribeira, distrutto nel terremoto del 1755. È in fase di restauro e per metà è inaccessibile al pubblico. Bella fregatura. Abbiamo giusto la possibilità di affacciarci sul fiume Tago. Anche la Statua di Re Giuseppe I, che schiaccia i serpenti sul suo cammino, è mascherata dalle impalcature. A questo punto stabiliamo un percorso di visita atto a farci vedere il più possibile durante la giornata, partendo dal castello. Sovrasta la città da un colle e vi si accede dal lato sinistro della Piazza. Risaliamo le irte vie, ci perdiamo per vicoli stretti e osserviamo il passaggio frenetico dei tram gialli, delle persone attaccate alla coda. Poniamo attenzione alle chitarrine, alla musica di strada e a quel fado che riecheggia fra palazzi antichi.

Lisbona, Praça do Comércio
Lisbona, Praça do Comércio

Dal castello di San Giorgio si gode la vista della città. La sua costruzione è frutto di stratificazioni avvenute nel corso della storia. Le prime mura che sono state erette, appartenevano al II secolo a.C. e ospitavano popolazioni Celtiche, iberiche, Fenicie e probabilmente Cartaginesi. Venne conquistata dai romani e poi da visigoti e mori. Infine nel medioevo divenne, con le crociate, un luogo cristiano. Re Ferdinando I aggiunse una nuova cinta muraria attorno al castello, necessaria per respingere il nemico castigliano.
Fu dedicato alla figura di San Giorgio. L’ingresso alla cittadella è costituito da un cancello ottocentesco, con lo stemma del Portogallo. Al suo fianco sorgono negozi di souvenir e ristorantini. All’interno ospita una collezione permanente di oggetti medievali, suddivisi per stanze di visita. Nel cortile è stato anche ricavato un ristorante, dentro la quale facciamo colazione. Il punto migliore è però il giardino che guarda la città. Lisbona si apre in tutta la sua eleganza e precisione. Colpisce la regolarità urbana e le sue architetture caratteristiche. Focalizzo la Chiesa del Carmo, distrutta con il terremoto. Decidiamo che sarà la prossima tappa del tour. 

Lisbona, Castello di San Giorgio
Lisbona, Castello di San Giorgio
Lisbona, vista dal Castello di San Giorgio
Lisbona, vista dal Castello di San Giorgio
La mattinata prosegue con la chiesa. Un saliscendi di piccole vie che ci conduce si qui. La sua facciata è ancora intatta. Entrando lo spettacolo unico e amaro. La chiesa non possiede più la sua copertura e il cielo è la volta infinita che la caratterizza. La terminazione absidale delle tre navate, ha resistito alle oscillazioni del terremoto ed è stata murata in maniera di ricavarne una cappella. Al suo interno è ricavato un museo, che ospita una collezione di libri, dei sarcofagi e due mummie provenienti dal Perù, poste in posizione fetale.  

Lisbona, Chiesa del Carmo
Lisbona, Chiesa del Carmo
Lisbona, Chiesa del Carmo
Lungo il tragitto ci fermiamo al di sotto dell'Elevador de Santa Justa. Pranziamo da un pizzaiolo italiano, alle spalle di Piazza del Commercio. Nonostante si occupi di altro, ci spiega che Lisbona è famosa per il baccalà e nella città si possono trovare 365 ristoranti specializzati, uno per ogni giorno. Salutandolo prendiamo il tram, direzione quartiere di Belém.

Lisbona, Elevador de Santa Justa

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