Ecco perché l′Abruzzo merita l′UNESCO

 Abruzzo UNESCO

Fate come me. Andate sul motore di ricerca e digitate “siti UNESCO Italia”. Guardate la lista dei beni riconosciuti come patrimoni mondali dell’umanità e magari avrete la mia stessa riflessione: perché l’Abruzzo non è nella lista?

L’Italia annovera (ben) 51 siti UNESCO, distribuiti in 17 regioni. Un numero molto alto, che ci permette di primeggiare nella classifica. Siamo la nazione con più patrimoni mondiali dell’umanità, davanti alla Cina, a quota 49, e la Spagna, ferma a 44. La maggior parte sono nati dal genio creativo dell’uomo, anche perché la nostra penisola è stata per diversi millenni la terra delle arti. Tutti gli altri sono opere di madre natura. Le regioni più rappresentate sono la Lombardia, la Toscana, la Campania e la Sicilia. Chiudono la Calabria (che divide il Parco Nazionale del Pollino con la Basilicata) e le Marche con un solo sito. Tre regioni non sono in lista: Molise, Valle d’Aosta e – ahimè – il mio Abruzzo.

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Tralasciamo il vicinissimo Molise e la lontana Valle d’Aosta e concentriamo il discorso sull’Abruzzo. Come è possibile che una Regione così ricca di luoghi unici nel suo genere, dalla storia millenaria, testimonianti di antiche tradizioni, possa essere lasciata al di fuori di questo riconoscimento mondiale? Non lo so, ma di certo quel riconoscimento se lo merita, e come. Ok, io non sono nessuno se non un semplice blogger e posso solo, col mio soffio, contribuire a far scatenare quell’uragano che faccia uscire l’Abruzzo da un anonimato immeritato. Una rivoluzione culturale, che fondi le sue basi sulle nostre bellezze per far leva sul turismo. Poi a decidere, quello sì, saranno altri di dovere. E chissà, forse ci inseriranno nella lista.
 
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Facciamo un passo indietro. Qui una domanda sorge spontanea: ma come fa un sito a diventare “patrimonio mondiale dell’Umanità?” Semplice, rientrando in una delle dieci linee guida indicate: 1) rappresentare un capolavoro del genio creativo dell’uomo, 2) mostrare un importante interscambio di valori umani, in un lungo arco temporale o all’interno di un’area culturale del mondo, sugli sviluppi nell’architettura, nella tecnologia, nelle arti monumentali, nella pianificazione urbana e nel disegno del paesaggio, 3) essere testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa, 4) costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico, o di un paesaggio, che illustri uno o più importanti fasi nella storia umana, 5) essere un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale, dell’utilizzo di risorse territoriali o marine, rappresentativo di una cultura (o più culture), o dell’interazione dell’uomo con l’ambiente, soprattutto quando lo stesso è divenuto vulnerabile per effetto di trasformazioni irreversibili, 6) essere direttamente o materialmente associati con avvenimenti o tradizioni viventi, idee o credenze, opere artistiche o letterarie, dotate di un significato universale eccezionale, 7) presentare fenomeni naturali eccezionali o aree di eccezionale bellezza naturale o importanza estetica; 8) costituire una testimonianza straordinaria dei principali periodi dell’evoluzione della terra, comprese testimonianze di vita, di processi geologici in atto nello sviluppo delle caratteristiche fisiche della superficie terrestre o di caratteristiche geomorfiche o fisiografiche significative, 9) costituire esempi rappresentativi di importanti processi ecologici e biologici in atto nell’evoluzione e nello sviluppo di ecosistemi e di ambienti vegetali e animali terrestri, di acqua dolce, costieri e marini, 10) presentare gli habitat naturali più importanti e più significativi, adatti per la conservazione in-situ della diversità biologica, compresi quelli in cui sopravvivono specie minacciate di eccezionale valore universale dal punto di vista della scienza o della conservazione. [Fonte: Ufficio Patrimonio Mondiale UNESCO]

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Tempo fa si era parlato di un sicuro riconoscimento delle Montagne Abruzzesi come patrimonio mondiale dell’umanità. Si parlava del 2015 come anno X e se cercate sul web troverete molti articoli a riguardo. Ma arrivati al 2016 nulla è cambiato e le trattative – per fortuna – vanno avanti. Ma perché le nostre montagne meriterebbero questo riconoscimento?
Ho provato a fare un gioco: ho esaminato ii 10 punti UNESCO, sopra riportati, per vedere quali fra loro si sposassero con le caratteristiche dell’Abruzzo. Mi sono concentrato sul numero 5 - “essere un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale, dell’utilizzo di risorse territoriali o marine, rappresentativo di una cultura (o più culture), o dell’interazione dell’uomo con l’ambiente, soprattutto quando lo stesso è divenuto vulnerabile per effetto di trasformazioni irreversibili” – e ho buttato giù delle considerazioni: 

  • - Le nostre montagne sono un esempio (eccezionale) di insediamento umano e tradizionale: gli abruzzesi abitano le montagne da migliaia di anni, dalla preistoria fino ai giorni nostri, e hanno saputo sfruttare la natura selvaggia in una loro alleata. Le montagne sono la fonte indispensabile di vita per la regione: ci forniscono i beni di prima necessità e ci garantiscono una qualità di vita migliore. Il loro aspetto non è stato quasi per niente intaccato. 
  • - Siamo un esempio di utilizzo delle risorse territoriali: partiamo dal presupposto che l’Abruzzo ha sempre vissuto in uno stato di quasi isolamento per moltissimo tempo. Certo, importiamo ed esportiamo i nostri prodotti da migliaia di anni, eppure siamo sempre rimasti legati a quelle che erano le nostre di risorse. Nell’agricoltura, nell’allevamento e anche nelle arti. 
  • - Rappresentiamo una cultura: si potrebbe parlare di cultura abruzzese. Nonostante sia appartenuta a imperi e regni differenti, l’Abruzzo ha da sempre mantenuto una propria cultura. Siamo molto diversi dalle vicine Marche, così come dal Lazio, e abbiamo qualcosa in comune con il Molise (anche perché fino al 1963 costituivamo un’unica regione). 
  • - C’è un’interazione fra uomo e ambiente: e su questo punto non ci sono dubbi. Come ho scritto in alto, l’uomo ha saputo ricavare il meglio dal territorio.  
  • - Il territorio è vulnerabile per effetto di trasformazioni irreversibili: sì, lo potrebbe esserlo, ma c’è da fare un appunto. L’Abruzzo non ha mai subito grandi “trasformazioni irreversibili”, tuttavia è necessario stabilire delle linee guida affinché non si vada ad intaccare quello che è l’equilibrio della regione. Con un riconoscimento dell’UNESCO potremo investire su uno sviluppo intelligente, che vada a migliorare la qualità delle nostre montagne. 

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Ma il mio è solo un gioco. E ho scelto una delle 10 voci. L’Abruzzo merita questo riconoscimento, così come se lo sono meritato tutti gli altri Parchi Nazionali d’Italia, o catene montuose come le Dolomiti. Possediamo montagne attive tutto l’anno, in grado di migliorare lo stile di vita. Celano al loro interno segreti nascosti da valorizzare e riconoscere. Dove la troviamo una regione che mentre passeggi ti mostra un Eremo di San Bartolomeo in Legio nascosto nella roccia? Una regione con la più larga strada verde che esista? Una terra in cui ogni borgo, o insediamento urbano, è circondato dalla ricca natura? Una regione che ha saputo insegnare tanto e che deve ancora insegnare molto. Non solo a noi abruzzesi, ma al mondo intero. Il primo passo lo dobbiamo fare noi credendoci, il grande salto ce lo darà (speriamo) questo riconoscimento. 


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