Quali sono i migliori quartieri di Barcellona in cui alloggiare?

Se si ricercasse un appartamento (scelta consigliata) a Barcellona si rischierebbe di perdersi fra le tante offerte. Meglio conoscere i quartieri e le loro ricchezze. In questa lista troverete i migliori quartieri di Barcellona in cui alloggiare, per vivere un soggiorno all'altezza delle vostre aspettative.

[Foto di Michal Jarmoluk, dal sito pixabay.com/it/photos/panoramica-la-cattedrale-427997]

Gracia. Fa strano pensare che fino alla prima metà dell’ottocento Gracia era una città fortificata. Successivamente venne interessata e assorbita dal progetto di espansione di Cerdà e divenne un quartiere della nuova Barcellona. Oggi Gracia è uno dei punti più eleganti della città, quello dove puoi vagare nella vera mentalità catalana. Negozi di moda, di artigianato. Ma anche di arredamento. Il tutto accompagnato da piccoli locali dove trascorrere una cena in famiglia. I prezzi, rispetto al resto della città, sono inferiori. Ma cosa vedere qui? La Torre dell’Orologio in Plaza de Vila, Casa Milà e Casa Battlò di Gaudì e la Fondazione Antoni Tapies.

Al Barrio Gotico. Lo potremo identificare come il primo nucleo insediativo di Barcellona, lì dove i romani edificarono una città. Prima dell’espansione della seconda metà dell’800, operata dopo le direttive di Cerdà, il Barrio Gotico fu annesso agli altri centri limitrofi a Barcellona, quali Gracia e Barceloneta, fino a diventare la parte più importante di questa città metropolitana. Al suo interno conserva ancora quello stile gotico che ne fa uno dei quartieri più belli d’Europa. Qui si concentrano alcuni fra i musei ed edifici di gran pregio: il museo di storia, il palazzo della civiltà, il comune. Ma soprattutto la Cattedrale di Santa Cleu ed Eulalia. È diventata uno dei simboli della città e possiede una facciata turrita con torre alta 70 metri. L’ideale è perdersi in queste vie, restando affascinati dalle forme e dalle atmosfere del tempo. Magari entrando dalla vicinissima Rambla, vivendo la Barcellona più autentica. 

Montjuic. La storia di questo quartiere di Barcellona risale ancor prima del dominio romano, quando era utilizzato come collina per la celebrazione dei riti. Successivamente rimase un luogo di culto per arrivare ai giorni nostri a diventare una delle maggiori attrazioni della città. Si trova in un punto alto di Barcellona e prende nome dalla presenza di un cimitero ebraico: Montjuic vuol dire “Montagna degli ebrei”. Ma cosa c’è da vedere qui? Innanzitutto la Font Magica, un’attrazione molto amata dai turisti. Quindi il Museo Nazionale di Arte della Catalogna, il Poble Espanyol, il Padiglione di Mies Van Der Rohe, Anella Olimpica e per finire la Fondazione Mirò.

Lungomare, zona Port Vell.
Le Olimpiadi del ’92 hanno contribuito alla ristrutturazione urbana di Barcellona. La città che doveva apparire prima degli anni ’90 era un grande polo industriale che non aveva contatti col mare. L’area portuale, gestita per i traffici marittimi, non era alla portata del cittadino e dal monumento di Cristoforo Colombo si poteva osservare una vasta area fatta di grandi magazzini e capannoni in degrado e abbandono. Successivamente fu tutto restaurato e riconsegnato alla cittadinanza. Quel tratto costiero al termine della Rambla venne riprogettato e andò a prendere il nome di Port Vell. Venne costruito il complesso del Maremagnum, ospitante ristoranti, centri culturali e discoteche. Ma non solo. L’edificio più importante fra tutti è l’Aquarium, che contiene uno degli zoo marini più grandi al mondo.

Lungomare di Barceloneta. È il quartiere nord di Barcellona ed è stato interessato dai lavori di restauro urbano durante le Olimpiadi del 1992. Oltre ad ospitare il villaggio olimpico, col celebre “Pesce” di Frank Gehry, ospita la scultura “La Testa” di Roy Lichtenstein. Ma soprattutto una spiaggia balneabile a disposizione per tutti e non più un porto chiuso sulla città. 

 Ma ci sono tanti altri quartieri in cui alloggiare. Come riportato in alto, consiglio di scegliere gli appartamenti: prezzi inferiori, opportunità di ridurre le spese sul cibo, orari flessibili e completa autonomia.

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