Rocca Calascio, il castello in Abruzzo dove è stato girato Ladyhawke

È passato molto tempo da quel 1985, anno in cui una giovanissima Michelle Pfeiffer interpretava il ruolo di Isabey d’Anjou, la protagonista del film Ladyhawke. Un film classico della cinematografia anni ’80 che è tutt’oggi ricordato assieme ad altri film fantastici e di avventura. Ladyhawke permise all’Abruzzo di ritrovarsi in tutti i cinema del mondo, mettendosi in mostra con la sua architettura più famosa. Quel castello fece sognare gli spettatori proiettandoli in un luogo fuori dal mondo. E tutt’oggi incanta i visitatori che fino a qui si inoltrano. Domina la Piana di Navelli e la Valle del Tirino. Sto parlando di Rocca Calascio. Il punto più importante della regione. Il suo simbolo. Il suo orgoglio. 
 
Rocca Calascio


Un set cinematografico.
Da Ladyhawke in poi furono diverse le pellicole che qui vennero girate. Famose e non, alcune delle quali appartenenti al mondo di Hollywood. Nel 1986 uscì “Il nome della Rosa”, con Sean Connery. Nel 1997 “Il viaggio della sposa”, nel 2005 “L’orizzonte degli eventi”. E infine nel 2010 il film “The American”, con George Clooney. Rocca Calascio fu anche immortalata nella commedia all’italiana di “Amici Miei – Atto II”, nel 1982. Ma il primissimo filmato qui girato fu un documentario del regista Romano Scavolini, nel 1968: in quei dodici minuti di riprese veniva raccontato lo spopolamento del borgo, per via della forte recessione economica. Gli abitanti emigrarono verso Roma e il Belgio, per lavorare nelle miniere e nelle fabbriche. Colpisce il borgo in stato di abbandono, dove le case erano prive di infissi e al muro le foto dei vecchi inquilini facevano pensare a un possibile ritorno.

Qualche appunto di storia.
Rocca Calascio, oggi, desta in buone condizioni e il suo borgo è stato quasi interamente recuperato. Quelle case, documentate da Scavolini, sono state trasformate in abitazioni ricettive e si prospetta un nuovo impulso economico dovuto alla ricettività. Il castello si trova a 1460 metri sul livello del mare e la sua costruzione è dovuta a scopi difensivi. Le milizie che vi stazionavano avevano una perfetta visione del circondario e potevano controllare il flusso dei traffici e i possibili invasori. La sua costruzione è da far risalire al X secolo, tuttavia il primo documento ufficiale risale solo al 1380. Passò dai Baroni di Carapelle al Re Ferdinando. Successivamente ai Piccolomini e quindi ai Medici di Firenze, già possessori del vicino borgo di Santo Stefano di Sessanio. Nel 1703 un terremoto distrusse parte della Rocca che così fu abbandonata. Il borgo continuò a esistere, tuttavia parte della popolazione abbandonò il sito per poi andare a fondare la vicina Calascio.

Per arrivare al borgo occorre spostarsi dal centro abitato di Calascio (1210 m s.l.m.) e risalire la strada che dalle spalle del paese porta a un parcheggio. Si attraversano diversi tornanti con la strada che diviene sempre più stretta e panoramica. Il parcheggio permette la sosta di una ventina di automobili in contemporanea e possiede, al suo fianco, un primo rudere che guarda la valle. Si risale al borgo, ben visibile sulla sinistra dalle prime abitazioni. Si incontra dapprima una chiesa e quindi le case. Alcune di queste sono state recuperate, altre destano in stato di abbandono. Ci sono piccole attività commerciali, come un bar. Ma anche una specie di alimentari in cui gustare un aperitivo a base di salumi, formaggi e del vino locale. Una gran parte delle case presenti fanno parte dell’albergo diffuso che lentamente sta proponendo una nuova crescita economica, di stampo turistico, per il borgo. Intanto sulle pareti si leggono scritte del secolo scorso, vecchie indicazioni stradali immortalate anche nel documentario del 1968 e infine un affresco deteriorato dal tempo. Tutto sembra aspettare un nuovo futuro. E forse l’impulso arriverà dal nostro presente. 
 
Rocca Calascio, il borgo





Dal borgo si seguono le indicazioni per la rocca. La strada diviene sterrata e soprattutto nel periodo freddo fra l’autunno e la primavera non è difficile incontrare lastre di ghiaccio, o neve fresca, lungo questo sentiero lungo un centinaio di metri. Prima di risalire a tornante per l’ultimo tratto, si ferma davanti la Chiesa di Santa Maria della Pietà. Osservandola ci si accorge che gode di una posizione di gran pregio: guarda da una parte Castel del Monte, distante una vallata, si affaccia anche sul Corno Grande, ben visibile sullo sfondo con condizioni atmosferiche buone. E infine è collegata da un sentiero con il vicino borgo di Santo Stefano di Sessanio (articolo qui). Fu eretta nel 1596 per ricordare un episodio storico in cui i locali ebbero la meglio su un gruppo di briganti. Probabilmente prima di quella costruzione vi era un’edicola rinascimentale andata perduta. La chiesa è a pianta ottagonale con cupola a otto spicchi. Al suo fianco c’è, addossata, una sagrestia. 
 
Rocca Calascio, Chiesa di Santa Maria della Pietà


Dalla chiesa ci si sposta verso la rocca, situata un centinaio di metri più in alto. Il sentiero è semplice da intraprendere e l’unica difficoltà la si può incontrare nelle rocce taglienti. Conduce all’interno del primo borgo sorto a ridosso della rocca, completamente diroccato e abbandonato, distrutto dai vari terremoti che qui si sono susseguiti. Restano i ruderi delle antiche case, che con le loro forme sembrano uscire direttamente dalla roccia. Non ci sono tetti e solai, solo qualche apertura priva di infissi. La rocca è lì di fianco, collegata con un ponticello in legno. Un tempo c’era un ponte levatoio, andato perduto. 
 
Rocca Calascio, il sentiero che va verso Santo Stefano di Sessanio

Rocca Calascio, il Corno Grande sullo sfondo

Rocca Calascio, il sentiero che dalla Chiesa porta alla Rocca


Superato il ponte in legno si è dentro la Rocca, l’antico castello che è stato il set cinematografico dei film precedentemente elencati. È stata costruita utilizzando pietra bianca, con conci squadrati. Ha una pianta quadrata con quattro torri circolari agli angoli, utilizzate per gli avvistamenti e la difesa. Al centro della Rocca c’è una torre a pianta quadrata, tutt’oggi visitabile. Un gioiello dell’Abruzzo. O forse del mondo? Sì, anche perché la National Geographic lo ha inserito fra i migliori esistenti.

Da secoli il castello è lì, gratuito e visitabile in qualsiasi ora del giorno. Il luogo d’Abruzzo dove tutto si congiunge idealmente, dove ognuno di noi può trovare la sua pace, dove un respiro è molto più profondo. Un qualcosa su cui investire, magari per nuovi set cinematografici. In modo da riportare l’Abruzzo nel mondo e metterlo in vetrina, così come Rocca Calascio ogni giorno si mette in vetrina per tutti i curiosi che giungono fin qui. 
 
Rocca Calascio, la Rocca vista frontalmente

Rocca Calascio, la Rocca vista dal sentiero

Rocca Calascio, la Rocca vista nella parte retrostante

Rocca Calascio, la Rocca vista dal borgo diroccato

Rocca Calascio, il ponte in legno di collegamento
 

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