Il Salone Internazionale del Libro di Torino, l′evento letterario più importante d′Italia

Il Salone Internazionale del Libro di Torino è uno degli eventi letterari più importanti d'Europa e raduna scrittori, editori e appassionati. Nei cinque giorni si susseguono presentazioni di libri, dibattiti ed eventi correlati, oltre alla fiera. 
La Mole Antonelliana
Foto di <a href="https://pixabay.com/it/users/lutmarlon-1720301/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=1072877">Lut Marlon</a> da <a href="https://pixabay.com/it/?utm_source=link-attribution&amp;utm_medium=referral&amp;utm_campaign=image&amp;utm_content=1072877">Pixabay</a>

L’alternanza fra i due colori sul bordo del libro rimandavano alla casa editrice, con la scritta nera del titolo che risaltava sul fondo scarlatto. A spezzare l’armonia del disegno era quell’adesivo circolare riportante la scritta “Due libri a 9,90€”. Probabilmente era stata questa l’offerta che convinse quel giovane ragazzo, seduto al mio fianco sul Flixbus, a cedere alle pressioni del marketing durante la sosta in autogrill. Non era un libro a me sconosciuto e il caso volle che anch’io lo avessi acquistato in un precedente viaggio, in quella frenesia che ti porta a comprare un libro senza un valido motivo, senza una minima lettura della trama. Non mi entusiasmò e da quel momento smisi di leggere il suo autore. Un autore che nacque proprio in quella città in cui sarei sceso dal Flixbus. Un autore che nella sua Torino fondò una scuola dedicata alla formazione degli scrittori del futuro: gli stessi che sarebbero entrati in concorrenza con lui, o tutt’al più venduti assieme a lui in quell’offerta “Due libri a 9,90€”.

Ma lo si sa: un libro è un azzardo, una fiducia verso lo stesso. Ci si fida della copertina, del titolo, dell’autore e se si è fortunati lo si legge nel momento giusto, quando il messaggio codificato dallo scrittore viene percepito e tradotto in esperienza. I più romantici non lo cercano, ma si lasciano cercare: come se il libro avesse il potere della seduzione, facendosi scegliere fra i tanti titoli. E io sono fra questi. Proprio uno di questi libri mi accompagnò lungo la tratta dalla mia città verso il capoluogo piemontese. Ma perché andare a Torino in una settimana di metà primavera? Di certo non per festeggiare i successi di una delle due squadre di casa, bensì per partecipare a uno degli eventi che fanno di questa città il centro dell’editoria internazionale: il Salone Internazionale del Libro. In quella settimana, gli autori, gli editori e soprattutto i lettori si incontravano in fiera e negli spazi cittadini riconvertiti alla letteratura. Partecipavano a dibattiti ed eventi collaterali, lasciandosi ricoprire da quella nuvola letteraria fermatasi sulla Mole Antonelliana. Allo stesso modo dal 1988, quando il Salone Internazionale del Libro fu organizzato per la prima volta.
 

Salone Internazionale del Libro di Torino, il Lingotto


Come tutti i grandi appassionati dei libri non potevo mancare all’appuntamento. Così, scesi dal Flixbus nella fermata di Vittorio Emanuele, all’ombra del nuovo grattacielo firmato da Renzo Piano, e seguivo le indicazioni per la linea metropolitana. Arrivai al capolinea, assieme ad altre migliaia di persone, in quella fermata che nel suo nome racchiudeva anni di gloria della FIAT, ma anche storie di operai e di celebri nomi dell’industria italiana che fu: il Lingotto. Raggiungevo il piazzale di Via Nizza ed entravo in fiera, ritrovandomi nel tempio (provvisorio) dell’editoria italiana. Raccolte in quattro padiglioni c’erano tutte le case editrici e faceva strano passeggiare in quegli alti capannoni senza vedere una catena di montaggio o un rullo trasportatore, ma solo stand di tutte le forme e dimensioni. Ogni casa editrice era separata dall’altra da pareti provvisorie su cui erano state stampate le ultime uscite editoriali. Le più importanti godevano di un affaccio su uno dei due decumani, ossia delle strade interne che collegavano i padiglioni. Le più piccole nascoste nelle vie interne, identificate con le lettere dell’alfabeto. La disposizione sembrava rispecchiare l’editoria italiana: era un po’ come entrare in una qualsiasi libreria, e trovare i libri delle grandi case editrici in primo piano a invadere le scaffalature, sottraendo spazio ai libri delle case editrici minori, nascosti e poco visibili. Tuttavia la perfetta organizzazione faceva sì che non ci si perdesse nella ricerca.
Salone Internazionale del Libro di Torino, lo stand della Sellerio


Studiavo il programma e mi accorsi del parterre ricco (riferito all’anno 2018): Niccolò Ammaniti, Corrado Augias, Piero Angela, Daria Bignardi, Bernardo Bertolucci, Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva, Alicia Gimenéz-Bartlett, Luca Guadagnino, Dori Ghezzi, Paolo Giordano, Eduard Limonov, Mark Lowery, Dacia Maraini, Herta Muller, Michelangelo Pistoletto, Roberto Saviano, Michele Serra, Eric-Emmanuel Schmitt, Giuseppe Tornatore, Zerocalcare. Insomma, personaggi di spicco in rappresentanza gli ultimi cinquant’anni della cultura italiana e internazionale. Le loro conferenze si tenevano nelle sale disposte sul fondo dei singoli padiglioni, alcune delle quali ospitanti centinaia di persone in contemporanea. L’ingresso era regolato da lunghe file e in alcune situazioni ero costretto a schivare chi aspettava il suo turno per entrare. La sola fila per farsi autografare il libro da Zerocalcare era stata una costante per tutta la giornata, e anche per il giorno successivo.

Salone Internazionale del Libro di Torino, Zerocalcare mentre firma copie del suo libro


Gli stand delle case editrici maggiori erano usati sia come libreria per gli acquisti, sia come luoghi di incontro con gli autori o i responsabili della casa editrice stessa. I libri esposti erano il più delle volte scontati con una “percentuale fiera”, circa del 15-20%, ma non mancavano i libri a pochi euro o i padiglioni in cui – come si suol dire – “te li buttano dietro”. È il caso de “Il Libraccio”, che aveva ricreato una sua libreria all’interno di uno stand, vendendo libri a prezzi fissi di 3€ e 5€. Altri editori si divertivano a mettere in palio premi per l’acquisto dei libri, come ruote della fortuna in cui se eri fortunato ti portavi a casa il libro gratuitamente. La cosa più bella, però, era che trovavi sempre un responsabile disposto a farti una recensione del libro a voce, soprattutto negli stand minori. “La storia raccontata nel libro è molto curiosa, ancor di più è curioso il modo in cui abbiamo scoperto questo autore”, e da lì cominciavano le chiacchiere con l’editore. Una pratica che piace a chi legge, che lo proietta nello spirito tipico delle piccole librerie indipendenti, dove la figura del libraio lettore è indispensabile.
Salone Internazionale del Libro di Torino, stand


I tre giorni nel Salone Internazionale del Libro erano volati via. Al termine della fiera ero consapevole di quanto lavoro si nasconda dietro a un libro. Se un libro fosse un oggetto unico lo potremo definire opera d’arte. Certo: è da valutare la qualità. Ma provate a immaginare cosa si nasconda al suo interno: i sogni di uno scrittore, che ha tramutato la sua fantasia e la sua visione del mondo in parole; il lavoro dell’editor, che si è dovuto leggere il testo più volte, per poterlo “limare” e migliorare; l’investimento di un editore, che ha creduto nel testo; il disegno o la fotografia di una persona, da apporre in copertina; il difficile lavoro del traduttore; e tanto, tanto altro ancora. Con questa consapevolezza ho acquistato libri da portarmi a casa. Ho preferito dare spazio alle piccole case editrici, non perché di quelle maggiori non abbia il rispetto, anzi. Semplicemente perché era giusto dare una possibilità in più a queste piccole, per farle sopravvivere e trovarle anche l’anno successivo laddove le avevi lasciate. Ho scelto libri di viaggio, in modo da poter ricercare nuove mete per i prossimi viaggi. Ho favorito le mete letterarie.
Salone Internazionale del Libro di Torino, una delle vie interne nei padiglioni


Non mi restava che tornare a casa. Sul bus del ritorno una signora che sedeva al mio fianco sul Fliixbus leggeva il titolo del libro che avevo fra le mani. “Conosco bene l’autore, e devi assolutamente leggere il primo che ha scritto”. Avevo letto anche quel libro appena consigliatomi, e il caso volle che lo acquistai prima di un viaggio: ma quella volta la lunga attesa azzerò la frenesia dell’acquistare subito spinto dalle leggi del marketing. Chiusi gli occhi e mi addormentai: Torino era già lontana.


INFORMAZIONI GENERALI SUL SALONE DEL LIBRO

Il Salone Internazionale del Libro di Torino si svolge regolarmente dal 1988 e nelle sue 30 edizioni è diventata la seconda fiera del libro in Europa dopo la Buchmesse di Francoforte. Nacque formalmente ne 1987, sotto iniziativa di un libraio e un imprenditore, per avviarsi l’anno successivo con un record di visite: 500 espositori e 100.000 visitatori. Fu trasferita al Lingotto nel 1992, struttura nel frattempo restaurata da Renzo Piano. Dal 1996 viene dato un titolo alla manifestazione. L’ultima edizione ha preso il nome “Un giorno, tutto questo” e ha avuto come direttore artistico lo scrittore Nicola La Gioia. Gli eventi sono contenuti all’interno di in un programma, e vanno dalle 10 del mattino fino alla mezzanotte. La maggior parte si tiene all’interno del Lingotto, gli altri sono sparsi in locali della città (Salone Off).

I biglietti di ingresso possono essere acquistati sia online, sia nella biglietteria del Lingotto. Il costo del biglietto intero è di 10€. Sconti alle comitive con almeno 25 persone, per i giovani dai 7 ai 26 anni, per gli over 65: tutti pagheranno 8€. Dai 3 a 6 anni il costo è di 2,50€. I ragazzi dagli 11 ai 18 anni, appartenenti a scolaresche spenderanno 6€. L’abbonamento per 5 giorni costerà 25€. Non pagheranno l’ingresso gli insegnanti che accompagnano le scolaresche e la stampa.
Salone Internazionale del Libro di Torino, una delle Sale conferenze



COME ARRIVARE AL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO

Il Salone Internazionale del Libro di Torino si svolge al Lingotto, l’ex sede di produzione delle FIAT. Il modo più veloce per raggiungere il complesso è con la metropolitana e la stazione si chiama per l’appunto “Lingotto”. Si trova al capolinea dell’unica linea. Per quelli che arriveranno in pullman scenderanno su Corso Vittorio Emanuele II e potranno prendere la metro dalla stazione “Bernini” (500 metri di distanza). Chi invece arriverà in città col treno dovrà prendere la metro all’interno della stazione ferroviaria Torino Portanuova.


COME MUOVERSI NEL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO

Non appena si arriverà al piazzale di Via Nizza, quello antistante al Lingotto, ci si dovrà accodare in una delle file d’ingresso predisposte. Le prime sulla sinistra sono riservate ai semplici visitatori paganti, le altre agli espositori, ai giornalisti, agli ospiti e alle scolaresche. Si passerà dapprima in un’area filtro, in cui si verrà perquisiti e privati di oggetti potenzialmente pericolosi, e successivamente in un secondo piazzale con le biglietterie. Gli accreditati entreranno sulla destra, ricevendo il pass d’ingresso. Il primo Padiglione, il numero 5, è riservato ai più piccoli e ha l’Arena Bookstock, il Centro Congressi e spazi laboratori. Dallo stesso si uscirà in un’area intermedia in cui si potrà osservare la spirale in cemento armato del Lingotto, la stessa utilizzata per le macchine testate dalla FIAT. Rientrando si avrà frontalmente il Padiglione 2, sulla sinistra il Padiglione 1, sulla destra il Padiglione 3 con un appendice esterna che è il Padiglione 4. Tutti gli stand delle case editrici sono disposti a scacchiera in file nominate dalla A alla Z. Ci sono due “decumani” che collegano tutti i padiglioni, su cui si affacciano gli stand delle case editrici più importanti e famose. 
Salone Internazionale del Libro di Torino, l'ingresso nel Lingotto


Sul fondo dei padiglioni si trovano le sale eventi. Ospitano presentazioni di libri, dibattiti e dialoghi con gli ospiti. Fra di loro si trovano bar e chioschi per pranzare. I ristoranti sono al piano superiore, accessibili dal foyer del Padiglione 2. All’interno ci si potrà spostare solo a piedi e non è consentita l’introduzione di mezzi lenti quali bicilette e monopattini.


CONSIGLI

- Prima di mettervi in fila, per entrare al Lingotto, assicuratevi di non avere nello zaino oggetti considerati potenzialmente pericolosi: via oggetti contundenti, spray, acqua e cibo. 
- Nel caso in cui avete fame informatevi con precisione sulle cose che vengono vendute in fiera: i prezzi sono maggiorati e rischierete di pagare un panino molti euro. Se avete intenzione di visitare il Salone a partire dal primo pomeriggio, allora arrivate in fiera dopo aver mangiato. 
- Per sentire la conferenza di un grande ospite mettetevi in fila almeno un’ora prima. 
- Le planimetrie del Salone Internazionale del Libro potrebbero terminare: scaricate l’app “SalTO”, fatta molto bene e soprattutto intuitiva. 
- Studiatevi il programma prima dell'inizio del Salone: selezionate gli ospiti che volete ascoltare e createvi un vostro di programma.

Articolo Scritto: Maggio 2018.
Ultima Modifica: Aprile 2020.

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