Visitare i luoghi di Banksy a Londra

Londra è stata una delle città più importanti per la carriera di Banksy. Arrivato dalla vicina Bristol, nella capitale inglese ha avuto modo di esprimere la sua arte. Non a caso, una delle opere qui realizzate è oggi considerata, dagli inglesi, la più importante della loro storia.  
Falling Down Shopper
[Dal sito https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Shop_Until_You_Drop_by_Banksy.JPG#filelinks]

 
C’erano una volta, a Londra, le opere di Banksy. C’erano i suoi ratti, la domestica che nascondeva la polvere sotto l’intonaco, la bambina col palloncino rosso. C’era la cabina telefonica presa a picconate, i bambini che giuravano fedeltà alla busta Tesco. C’erano. È strano, e forse nemmeno tanto: la Street Art di Banksy nasce libera e muore schiava, distrutta dai nemici e dai collezionisti.

Lo so, l’introduzione è diretta: ma è ideale e necessaria per iniziare questo articolo su Banksy a Londra. Sarà tutto, fuorché fiabesco. Vi porterò alla scoperta degli aneddoti che si celano dietro a un murale. Che hanno come protagonista l’artista più discusso e controverso del mondo: colui che a Londra ha espresso tutto il suo talento. Ma prima di addentrarci fra vicoli e sottopassi, alla ricerca delle mura di Banksy, è giusto porsi una domanda: perché Banksy è diventato il punto di riferimento dell’arte mondiale? Semplicemente ha trasformato un qualcosa di mal visto, come i murales, in economia. Ha smantellato il concetto di galleria espositiva, rendendo la strada un museo all’aperto. Ha preso in mano una generazione di writer e gli ha fornito le chiavi per una nuova evoluzione: basata su una lettura della società più diretta, differente rispetto a quella del passato. Tuttavia l’essere diventato il numero uno ha avuto un caro costo: le sue opere sono quasi del tutto scomparse, per sempre.

Sembrano lontani i tempi in cui Martin Bull autopubblicava il libro “Banksy Location & Tours”. In esso riuniva, per la prima volta, tutti i luoghi dell’artista in una pubblicazione. Mappe e racconti, capaci di invogliare i lettori a ricercare le opere in città. Bull fu bravo e tempestivo: un’idea che gli valse migliaia di tour in città. Oggi i tour sono affidati a internet, e a quei siti “specializzati”: tuttavia la maggior parte di loro recupera notizie da altre fonti, senza verificare se i luoghi consigliati abbiano ancora, o meno, il murale integro. Hanno ceduto a questa pratica un po’ tutti, grandi testate comprese. Tuttavia consiglio l’installazione di un plug-in di Google Maps, che vi darà l’esatta localizzazione dei Banksy di Londra, includendo nella ricerca anche quelli cancellati: potrebbe diventare interessante mettere a confronto il prima e il dopo.

Ma è arrivato il momento di andare al dunque: quali sono i luoghi di Banksy a Londra? E perché molte sue opere non sono state cancellate?


I MURALES CANCELLATI CON UNA LORO STORIA

Wallpaper Hanging. La vita media dei murales è breve. Non solo perché essi sono soggetti alle intemperie del tempo e degli altri vandali, che a loro volta firmano e imbrattano il disegno. Ma anche perché, essendo quasi sempre illegali, vengono di conseguenza rimossi. Non c’è una durata media che possa attribuire a un murale il titolo di “longevo”, ma si può asserire che se supera almeno i dieci anni ha vissuto molto. Fino al 2010 Londra aveva un murale di 25 anni. Si trovava nel Regent’s Canal, al di sotto di un’arcata. Questo luogo non era il più elegante di Londra e si presentava come il classico sottopasso in cui guardarsi alle spalle, dove si potrebbe scalciare una siringa, dove l’odore di piscio renderebbe nauseante il passeggio. Vi passava una pista ciclabile che costeggiava i muraglioni. Sulla sponda opposta nessuna banchina, tranne al di sotto dell’arcata stessa. Ma seppur esisteva quella banchina, essa era accessibile solo per le acque: sporche e gelide. Fu per questo motivo che il murale di un tale King Robbo rimase lì intatto per tutti quegli anni. King Robbo era il più importante artista della old school londinese dei graffiti. Il disegno in questione era la sua tag rossa e blu, su fondo giallo. 

Il suo disegno fu sporcato nel 2006 da altri writer, che vi apposero le loro inutili tag. Ma nel 2010 Banksy arrivò qui e fece molto, ma molto di più. Inglobò il vecchio murale nel suo nuovo disegno, trattandolo come una carta da parati che un addetto, da lui disegnato con la tecnica dello stencil, stava rimovendo. La cancellazione portò alla più famosa guerra fra writer, che contrappose Banksy al Team Robbo: fu questo il primo motivo per cui scomparvero in città la gran parte dei disegni dell’artista di Bristol. King Robbo rispose a Banksy, sullo stesso murale che gli era stato imbrattato. Si servì di un materassino gonfiabile e cadde anche in acqua. Riuscì ad arrivare sulla banchina all’alba di natale e lì trasformò il disegno di Banksy. Lasciò quell’omino disegnato e aggiunse nello sfondo una nuova gigantesca tag: KING ROBBO.

Arrivò la risposta di Banksy, che anch’esso tornò al Regent’s Canal e aggiunse tre lettere al tag di Robbo: (FUC) KING ROBBO. La situazione degenerò e divenne mediatica. Il comune di Londra prese la decisione di coprire il tutto, con una pittura nera. Nuovamente vi tornò Banksy, che disegnò un salotto. Quindi King Robbo, che rappresentò una lapide con su scritto “Banksy career”. Ma l’unica carriera che cessò fu quella di King Robbo: cadde e sbatté la testa. Morì di lì a poco. A quel punto Banksy mise fine alla guerra fra writer: la più bella e appassionante. Tornò sul luogo e disegnò la tag King Robbo, bianca su fondo nero. Era identica alla prima. In basso rappresentò una bomboletta spray, con il simbolo di “rischio incendio” al di sopra: ricordava una candela. La dedica era chiara: un omaggio a King Robbo, il suo miglior nemico, che di lì a poco scomparve. 

Località: Regent’s Canal, arcata sotto Camden Street, vicino la stazione di polizia.
Stato attuale: cancellato.


I don’t believe in a global warming. Sempre nel Regent’s Canal, nei pressi di Camden Town, Banksy realizzò una scritta non bella, ma di impatto. Nulla che avesse a che fare con stencil e personaggi suoi tipici, ma una semplice frase. La particolarità di essa era che una riga era ben leggibile, mentre l’altra era parzialmente coperta dalle acque. Recitava: “I don't believe in a global warming” (non credo nel riscaldamento globale). L’intento era chiaro: dimostrare che le il livello delle acque aumentava col riscaldamento globale, arrivando a coprire la scritta di protesta. Fu allora che il Team Robbo, in lotta con Banksy, trasformò la scritta in: “I don’t believe in war. It’s too late for that sonny!”. Banksy ricoprì il tutto e realizzò un a specie di ibis che al posto della testa aveva un rullo. Ma nuovamente il Team Robbo vandalizzò l’opera.

Località: Regent’s Canal, al di sotto della Oval Road.
Stato attuale: cancellato. 



Fisher Boy. A poche decine di metri dalla scritta sul riscaldamento globale, e sempre sul Regent’s Canal, Banksy realizzò il murale del “Fisher Boy”. Si trattava di un bambino intento a pescare con la sua canna da pesca. Al posto del pesce aveva attaccato all’amo il cartello di divieto di pesca. Anche in questo caso intervenne il Team Robbo. Al posto del cartello di divieto di pesca appese alla canna la scritta “vote Robbo”, con una frase in grande al fianco del bambino. Prima che lo stesso disegno venisse martoriato da altri writer e quindi definitivamente perduto nel 2010.

Località: Regent’s Canal, al di sotto della Oval Road.
Stato attuale: cancellato. 




Aristoc-Rat. Il quarto e ultimo Banksy del Regent’s Canal fu “L’Aristoc-Rat”. Era uno dei suoi tanti ratti londinesi, che vestito con uno smoking e un cilindro in testa. Al disegno il Team Robbo aggiunse una scritta rossa molto evidente: “Team Robbo, Banksy La Rat!”. E successivamente anch’esso andò perduto nel 2010.

Località: Regent’s Canal, al di sotto di Gloucester Avenue.
Stato attuale: cancellato. 



One Nation under CCTV. Oxford Street è una via frenetica. Ci si deve passare per forza e si ha subito la voglia di evadere ai primi spintoni della folla. Il caos è ordinato e i flussi di turisti e residenti si mescolano a quelli del traffico, bloccandolo. Scatenando l’ira dei tassisti, mentre le buste dello shopping sbattono sulle gambe dei passanti. C’è chi viene qui per lavoro, chi per fare acquisti. Chi per curiosità, chi di passaggio. Sta di fatto che questa strada è fra gli ultimi luoghi della città in cui realizzare un murale. Ma Banksy è la persona ideale per trasformare un luogo impervio in adatto. E così, non troppi anni fa, realizzò un murale di dimensioni molto grandi proprio su una traversa di Oxford Street: Newman Street. Fin da quando è esistito, il murale è rimasto visibile anche dall’arteria stradale londinese appena citata. Banksy lo disegnò sulla facciata cieca di un palazzo, laddove si trovavano i cassonetti della differenziata. Nel farlo si servì degli stessi per arrampicarsi, e con uno stencil e un rullo compose il tutto. Il risultato fu il disegno di un bambino incappucciato che imbrattava il muro con la scritta “ONE NATION UNDER CCTV” (una nazione sotto sorveglianza).

Il murale andò perduto. Tuttavia se oggi andaste a ricercare la parete su cui fu realizzato, non la troverete. Il palazzo esiste ancora, quello sì. Ed è molto bello ed elegante, tipico dell’architettura anglosassone. Ma la facciata cieca non è più libera, bensì e attaccata a una nuova costruzione, contemporanea. Questa è fra gli edifici in cui passa gran parte della comunicazione mondiale. Si tratta, infatti, della sede di Facebook. Insomma il social simbolo dell’apparire, ha sostituito l’opera di quell’uomo simbolo del nascondersi. Zuckerberg al posto di Banksy.

Località: Newman Street.
Stato attuale: cancellato. 




I MURALES ANCORA ESISTENTI (AGGIORNAMENTO 12/2018) 

If Graffiti Changed Anything. Fino al 1980 la BT Tower era la torre più alta di Londra e del Regno Unito. Non è di certo un edificio elegante, tuttavia fa parte dello skyline cittadino. Nei pressi dei garage della torre, quartiere Fitzrovia, Banksy sfruttò un muro bianco per realizzare un suo murale, tutt’oggi esistente ma quasi del tutto perduto. Con una bomboletta rossa scrisse la frase “If Graffiti Changed Anything – It Would Be Illegal”. In basso alla scritta aggiunse il classico topo di Londra, una vera e propria firma dell’artista. Data la continua distruzione dei murales di Banksy, nel giugno 2011 esso fu coperto da una lastra di plexiglass.
Quattro anni dopo la vernice cominciò a rovinarsi e l’intonaco lentamente si sgretolò. Successivamente il supporto venne preso d’assalto da scritte dei vari writer e l’unico elemento ancora visibile dietro il plexiglass era il ratto. Tuttavia negli ultimi anni i lavori di restauro alla base dell’edificio hanno portato alla chiusura del sito. Il murale è probabilmente dietro le pareti provvisorie del cantiere, ma non si hanno notizie certe sul suo stato di conservazione.

Località: Cleveland Street.
Stato attuale: esistente.

Guard Dog & His Masters Voice. Una birra è un’ottima scusa per incontrare gli amici. Se poi la si prende all’aperto, con un Banksy alle spalle, allora ancor meglio. Questo murale rappresenta uno dei soliti ratti dell’artista mentre sta mirando un grammofono col suo bazooka. Il tutto viene inscritto all’interno di lettere arancioni dalle forme geometriche. È stato protetto con un plexiglass.

Località: Rivington Street.
Stato attuale: esistente.

Choose Your Weapon. Negli anni ’80 un giovane ragazzo biondino e con gli occhiali tondi divenne il massimo esponente del graffitismo metropolitano. Si inventò degli omini stilizzati, radianti, dalle forme curve e al contempo zigzaganti. Il suo successo fu talmente grande da essere invitato nel mondo a realizzare le sue opere. Inizialmente si firmava con la forma di un animale, che col tempo divenne sempre più simile a un cane. Per l’importanza che Keith Haring ebbe fra i writer, Banksy dedicò lui un suo murale, che realizzò a Camberwell Southwark. In esso un ragazzo col cappuccio portava a spasso il suo cane: non un cane qualsiasi, ma quel cane disegnato due decenni prima da Haring. L’esperimento di unione fra due generi di street art lontane due decenni riuscì alla grande. Quel murale è ancora esistente ed è stato coperto da una lastra di plexiglass. Tuttavia nel tempo il supporto trasparente è stato imbrattato e su di esso sono stati attaccati annunci e flyer di eventi londinesi.

Località: Grange Road.
Stato attuale: esistente. 


Phone Tap. Fra tutti i Banksy è il murales più stilizzato che possa esserci. Il disegno ritrae un bambino e per come è stato disegnato, ha dei tratti stilistici infantili. In alto a sinistra si legge “Brinngg! Brinngg!”, mentre sulla destra, pronunciato dal bambino stesso, la frase “Oh no… my tap’s been phoned”. Il disegno è stato alterato quando vi sono stati spruzzati dei colori al di sopra.

Località: Chrisp Street.
Stato attuale: esistente. 


Graffiti Painter. Banksy si spinge nella parte ovest di Londra per realizzare questo murale. È il disegno di un pittore, con la sua tavolozza, e la cassetta dei colori su cavalletto, che sta ultimando la scritta “Banksy”, col rosso. I costumi dell’artista sono retrò, il che fa in modo che il murale abbia elementi di contrasto. È stato vandalizzato, ancora una volta dal Team Robbo. Tuttavia un plexiglass ne ha garantito la sopravvivenza. Oggi non si hanno notizie certe sulle sue condizioni.

Località: Cambridge Gardens.
Stato attuale: esistente. 



Falling Down Shopper. Nel mio ultimo viaggio londinese mi sono imposto di trovare un Banksy nella città. Dopo vari tentativi, fatti di tanti murales rimossi, mi sono ritrovato in una piccola via nel quartiere di Mayfair. Sulla parete di un palazzo si trova uno dei murales meglio conservati e visibili di Banksy. Il “Falling Down Shopper” è il disegno di una donna che precipita nel vuoto appresso al suo carrello della spesa. L’altezza da terra di circa 6 metri, su un supporto di cemento armato, hanno permesso all’opera di conservarsi senza essere attaccata dai vandali.

Località: Bruton Ln.
Stato attuale: esistente. 



ALTRI LUOGHI DI BANKSY DA NON PERDERE

- In pochi ne sono a conoscenza: Banksy ancor prima di vedere le sue opere appese in musei del mondo le aveva esposte... in musei! In maniera illegale. Si inflitrava, sceglieva lo spazio e appendeva il suo falso storico, con degli elementi di richiamo alle tematiche contemporanee. A Londra il British Museum, e la Tate Gallery, si sono ritrovate con un'opera dall'oggi al domani. Se ne sono accorti solo dopo ore, fra imbarazzo generale e sistema di sicurezza con falle.  
- Il Ghetto di Babbo Natale, a Oxford Street, è diventato l'appuntamento annuale per chi vende le opere di Banksy e di altri street artist.

DOVE MANGIARE A LONDRA IN STILE BANKSY

26 Leake Street: un indirizzo davvero speciale. Al di sotto di questo tunnel metropolitano, arricchito con graffiti e tag, si trova il Rat Bar, un concept bar in stile Banksy. È l’ideale per immergersi nell’atmosfera della Street Art. Le opere qui disegnate risalgono al periodo in cui Banksy vi organizzò un festival a cui parteciparono writer di tutto il mondo.


COME ARRIVARE A LONDRA

Londra è la città meglio collegata d’Europa. I suoi aeroporti conducono in ogni angolo del mondo con aerei che coprono migliaia di rotte giornaliere. In un precedente articolo ho citato quelle che sono gli aeroporti principali.Sono una decina, tuttavia i più importanti sono tre: Heathrow, il primo aeroporto d’Europa, Stansted, a 120 minuti dal centro, in cui scalano i voli Ryanair, Gatwick. Si può arrivare in città anche via treno, via Flixbus, via nave.


COME MUOVERSI A LONDRA

Per il tour alla ricerca dei luoghi di Banksy consiglio di utilizzare la linea metropolitana, magari acquistando un biglietto per più giorni. A piedi la passeggiata è piacevole, tuttavia va valutata sulla base delle distanze e sulle condizioni del meteo. In taxi i costi diverrebbero eccessivi.

Articolo Scritto: Novembre 2018.
Ultima Modifica: Novembre 2018.

Nessun commento:

Powered by Blogger.