Dialogo nel buio, un percorso sensoriale in cui la vista non serve

Il Dialogo nel Buio è un’esperienza in cui ci si muoverà all’interno di un percorso sensoriale completamente al buio, accompagnati da persone cieche o ipovedenti. Esso favorisce la riscoperta dei quattro sensi, azzerando la vista. Il tutto nell’Istituto dei Ciechi di Milano. 

istituto ciechi milano

Correva il 1988 quando un giornalista tedesco, tale Andreas Heinecke, realizzò il primo percorso sensoriale in Germania, a Francoforte. Lo intitolò per l’appunto Dialogo nel Buio dando vita a un progetto tutt’oggi diffuso su scala internazionale. A Milano arrivò nel 2002, proprio nell’Istituto Ciechi di Milano, divenendo una delle esperienze più particolari da vivere. Esso non simula la vita di un non vedente, bensì offre l’occasione di esplorare valorizzando gli altri quattro sensi. Ma come lo fa? Facendo muovere i partecipanti all’interno di un percorso privo di qualsiasi forma di luce, guidati da una persona cieca o ipovedente.

La missione dell’esperienza non è quella di simulare la vita di una persona priva di vista. Assolutamente no. Ma di diffondere la cultura dell’integrazione della diversità e di promuovere il ruolo delle persone non vedenti nella società. Serve anche a consapevolizzare, facendole sperimentare, le problematiche con cui devono combattere i ciechi, quali le barriere architettoniche, il rumore o in alcuni casi la mancanza di suono. Ma anche a rendere consapevoli sulle potenzialità che ognuno di noi può sviluppare senza possedere uno dei sensi.

Ma per chi è adatta questa esperienza? Non c’è un vero e proprio target di persone. Il più delle volte sono curiosi, alle altre amanti di queste visite del tutto particolari. Ma c’è anche un target di persone a cui la visita andrebbe consigliata. Innanzitutto alle scolaresche, che in una maniera alternativa potranno vivere un’esperienza per loro indimenticabile. Ai progettisti, soprattutto quelli che si occupano di architettura, urbanistica e ingegneria. Agli staff aziendali, per fare gruppo, per favorire il dialogo fra i colleghi. Insomma a tutte quelle persone che vogliono apprendere, formarsi, emozionarsi.


DIALOGO NEL BUIO: VIVERE L’ESPERIENZA

Lo premetto e lo prometto: eviterò di descrivere con precisione tutto quello che si cela all’interno del percorso. Non sarebbe giusto e il mio risulterebbe come uno spoiler scarico di emozioni e privo di fascino. Mi limiterò a raccontare le caratteristiche principali di questa esperienza. Tutto il resto, se lo si vorrà scoprire, lo si dovrà fare andando oltre le mie parole, recandosi di persona lì. Oltre la luce, che fuori dall’ultima porta prima del percorso sarà soffusa, quasi ad abituare il visitatore al buio più buio. Un nero che nemmeno in natura si può ritrovare. O forse sì, magari nella mente di chi non possiede il senso della vista. E da lì comincerà il tutto. Senza riferimenti visivi, ma con l’uso degli altri sensi: mai così risvegliati prima di quel momento. Il tatto diviene indispensabile per evitare gli ostacoli, l’udito per ascoltare tutto ciò che avviene intorno. L’olfatto per riconoscere gli odori lì presenti e infine il gusto sarà l’ultimo a essere stimolato in una forma diversa dalle altre.

Poco prima di entrare si viene divisi per gruppi, di massimo 8 persone. Essendo gli spazi alle volte stretti è giusto ci si possa muovere senza intralciarsi. A ognuno viene fornito un bastone in mano: lo stesso utilizzato dai ciechi, indispensabile lungo il percorso per imparare a riconoscere gli ostacoli passo dopo passo. Viene fatto un briefing in cui saranno illustrate le principali regole a cui attenersi. E infine si verrà affidati a una guida cieca, o ipovedente, che sarà il Virgilio della visita. La si conoscerà nel buio: una conoscenza differente da tutte le altre mai vissute prima di quel momento. Perché la si giudicherà, se si può parlare di giudizio, non per l’aspetto fisico, ma per come parla, per come ti stringe la mano, per il profumo che indossa. 

La sua voce genererà un dialogo nel buio, e tutti i partecipanti la seguiranno. Forse in maniera goffa: già perché il non avere una percezione visiva degli ostacoli porta al muoversi lentamente, a fare passi robotici, ad allungare le braccia alla ricerca di un muro a cui affidarsi. Per poi ritrovarsi a sbattere al primo ostacolo, con la guida stessa che ti viene a recuperare ritrovandoti nello spazio. Riconoscendoti e distinguendoti dagli altri, mentre tu ti domandi come abbia fatto, lui, ad arrivare in fretta senza sbattere. Ma poi quell’ora e mezzo vola via. Vola con le sue sotto esperienze. Con la consapevolezza che dei nostri sensi utilizziamo solo una leggera dose.

E il finale è degno di nota, e questo sì lo posso spoilerare. Sia perché è un biglietto da visita dell’esperienza, sia perché vale la candela. In quell’ultima stanza prima dell’uscita si potrà vivere l’esperienza del bar al buio. Stare davanti al bancone, ordinare a delle persone cieche la consumazione desiderata, che sia un caffè, un succo di frutta o un cocktail. Pagarlo con delle monete in tasca, cercando di capire, col tatto, quali siano i 50 centesimi, quali siano i 2€. E quindi sedersi nei tavolini, avendo un momento di sosta in cui fermarsi. Per parlare con gli altri partecipanti, per fare domande alle guide.


ALTRE ESPERIENZE ANNESSE E CONNESSE

Se l’esperienza del Dialogo nel Buio avrà suscitato un grande interesse ed entusiasmo, si potranno svolgere delle attività annesse e connesse, sempre nell’Istituto dei Ciechi di Milano:

Il Cafénoir. È aperto il sabato sera, dalle 19:30 in poi, ed è un locale in cui si sta completamente al buio. A colorare l’oscurità ci sarà la musica, oltre alla presenza delle altre persone nel locale. Un’occasione per conoscere nuove persone, per valorizzare il dialogo, per trascorrere una serata completamente diversa dalle altre.

Cene al buio. Il piacere di trascorrere una cena nell’oscurità, dialogando coi commensali e cercando di riconoscere gli alimenti mangiati. Di saper impugnare le posate, del versarsi acqua e vino nel bicchiere senza far uscire il contenuto. Un’esperienza che stimolerà i quattro sensi.

Degustazioni. Le guide non vedenti, e gli esperti del settore, assieme per far vivere al meglio questa esperienza. Fatta di assaggi di birre artigianali, di vini, di abbinamenti fra rum e cioccolata, di percorsi gastronomici.

Teatro al buio.
È come stare sul letto di casa, spegnere la luce e ascoltare una storia in cuffietta. Più o meno. Ma invece si è fisicamente nel teatro e gli attori sono lì, a recitare nell’oscurità. Ne verrà fuori un’esperienza di forte impatto emotivo che azzererà qualsiasi forma di scenografia per valorizzare la recitazione.

Scoprire la scrittura Braille. Il museo Louis Braille illustra i segreti di questa forma di scrittura che permette ai ciechi di leggere. Spesso presente nella nostra vita di tutti i giorni, anche se la ignoriamo involontariamente, andrebbe scoperta e in parte appresa, quantomeno per saper riconoscere i numeri.

Escape Room. Di per sé l'Escape Room è un'esperienza divertente e costruttiva. Se poi viene fatta al buio allora diventa un qualcosa di unico, in cui si stimoleranno i 4 sensi al di fuori della vista. Oltre alla propria intelligenza, chiaro.

L'Arte del Tatto. Un'esperienza in cui si insegna a guardare le forme senza la vista, ma solo utilizzando il tatto. In questo modo si abbattono delle barriere mentali per immaginarsi cosa si stia toccando.


COME ARRIVARE ALL’ISTITUTO CIECHI DI MILANO

L’Istituto dei Ciechi di Milano si trova in Via Vivaio 7, nel pieno centro della città, a circa 10 minuti a piedi da Piazza San Babila. Il modo più semplice per raggiungerlo è quello di arrivare con la linea metropolitana rossa [Rho Fiera Milano / Bisceglie – Sesto 1° Maggio FS] e scendere alla fermata di Palestro. Oppure nella vicina fermata di San Babila, sempre sulla linea rossa. In entrambi i casi ci si ritroverà su Corso Venezia. Da lì si dovrà entrare su Via Gabrio Serbelloni e quindi su Via Mozart, costeggiando l’Istituto dei Ciechi fino all’ingresso di Via Vivaio.


COSA VEDERE NELLE VICINANZE

L’Istituto dei Ciechi di Milano si trova in pieno centro a Milano, in un angolo della città ricco di attrazioni turistiche. Piazza del Duomo si trova a un quarto d’ora a piedi, Piazza San Babila a meno di dieci minuti. Corso Venezia a un minuto. Ma farò una lista di luoghi più particolari, non scontati:

- Villa Necchi Campiglio.
Al fianco dell’Istituto dei Ciechi. È fra le abitazioni storiche di Milano più belle. È circondata da un parco e possiede una collezione di opere d’arte al suo interno. È stata set di pellicole cinematografiche.

- Villa Invernizzi. Nella vicinissima Via Cappuccini si trova questa villa resa famosa da un dettaglio: i fenicotteri nel giardino. Vivono all’interno in assoluta libertà, muovendosi fra prato e stagno. Sono una vera attrazione per chi passa di qui.

- Villa Mozart. Si fa notare, soprattutto nei mesi caldi. L’edera la ricopre interamente, trasformandola in un bosco verticale nel cuore di Milano. D’inverno restano i rami secchi. È visitabile e al suo interno ci sono spazi di design e collezioni private. Si trova al fianco dell’Istituto dei Ciechi.

- Palazzo Sola Busca. All’incrocio fra Via Serbelloni e Via Cappuccini, il palazzo ha un elemento che lo ha reso famoso, soprattutto fra le persone che visitano i luoghi particolari di Milano: ha un citofono a forma di orecchio. Oggi è dismesso, eppure si narra che chi sussurri un desiderio, nell’orecchio di Cà dell’Oreggia, abbia possibilità di esaudirlo. Fantasie che piacciono ai turisti.

- Il Giardino delle Culture. In questo giardino cittadino, paradossalmente povero di verde, si trovano due murales di grandi dimensioni disegnate dall’artista Millo. Il tutto è accompagnato da un design urbano che permette di vivere la piazza in maniera attiva e produttiva.


CONSIGLI

Consigliato prenotare con largo anticipo, dato che – alle volte - la fila può essere di alcuni giorni. Evitare di ricercare possibili fonti di luce all’interno del percorso: si rischierebbe di farsi salire un forte mal di testa. Meglio accettare il buio o vivere la cosa ad occhi chiusi. Per maggiori informazioni consultare il sito www.dialogonelbuio.org, mandare una mail all’indirizzo dialogonelbuio@istciechimilano.it o chiamare il numero +39 02 77226210.


Articolo scritto: Febbrio 2020.
Ultima modifica: Febbraio 2020.

1 commento:

  1. anni fa ho fatto un percorso con aperitivo e mi sono sorpresa di molte cose. Per esempio, durante l'aperitivo al buoi mi sono immaginata l'aspetto (a grandi linee) di due ragazze che erano sedute vicino a me, chiacchierando. Alla fine, uscendo, ho scoperto che erano davvero come le avevo immaginate!!! Dalla voce si riesce a capire davvero molto!!!
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