Il trekking per il Corno alle Scale e il Lago Scaffaiolo
In tutte le stagioni, anche perché d’inverno qui si scia, d’estate si sfruttano le belle e lunghe giornate di sole e in autunno si ha quel clima non troppo caldo, ideale per salire in vetta. Da molti viene considerata come l’escursione più bella da fare lungo l’Appennino Tosco-Emiliano e non si limita a condurre in vetta, ma permette di visitare anche un lago nascosto fra le montagne.
IL SENTIERO CHE CONDUCE AL CORNO ALLE SCALE
La nostra escursione è cominciata alla fine della SP71, presso il Comprensorio Sciistico del Corno alle Scale. Ma sono diversi i punti da cui incamminarsi, uno su tutti quello del Rifugio Cavone. Abbiamo parcheggiato a bordo della strada, in uno dei tanti posti disponibili.
Innanzitutto ci siamo diretti verso il ristorante “Alla Tavola del Cardinale”, ben visibile dal parcheggio, e da lì abbiamo risalito quella che durante il periodo invernale è una pista sciistica. La si riconosce per la presenza dei cannoni sparaneve e di alcune attrezzature per lo scii. Inoltre è fiancheggiata da due piccoli boschi. La salita non è difficile, tuttavia se intrapresa velocemente tende a stancare. Va detto che questo non è un sentiero e per orientarsi occorre continuare a salire tenendo d’occhio il Rifugio Le Malghe, interamente colorato di arancione, visibile sul fondo. L’arrivo al Rifugio Le Malghe (dopo 10 minuti) segna la prima tappa del percorso.
Il Rifugio Le Malghe |
Dal Rifugio Le Malghe si potrà consultare una planimetria del territorio. Inoltre sarà ben visibile il Corno alle Scale, con la sua croce a svettare. Ci sarebbe il modo di seguire un sentiero più veloce e panoramico procedendo verso il blocco roccioso su cui si trova il Corno alle Scale. Tuttavia consiglio di fare il giro più lungo al fine di vedere tutte le bellezze del luogo. Lasciandosi il Rifugio Le Malghe e la vetta con la croce alle spalle, bisognerà risalire il sentiero che condurrà dapprima al Rifugio Duca degli Abruzzi e quindi al Lago Scaffaiolo.
Il Rifugio Duca degli Abruzzi |
Si arriva facilmente al Rifugio Duca degli Abruzzi (dopo 15 minuti) che ha un record: è il più antico rifugio dell’Appennino Tosco-Emiliano. Fu inaugurato nel lontano 1878 e domina il Lago Scaffaiolo lì di fianco. Questo lago non è glaciale, bensì continua a esistere grazie alla particolare conformazione geologica e viene alimentato da acque piovane e neve sciolta. Al suo interno non ci sono pesci, ma solo dei particolari girini.
Il Lago Scaffaiolo |
Dal Lago Scaffaiolo si continua lungo il percorso andando verso il Passo dei Tre Termini. Da qui in poi si camminerà lungo la cresta della montagna, fino ad arrivare a destinazione. Ma va detto: il sentiero è sufficientemente largo e non è difficile. Anzi. Inoltre sono da escludere le vertigini. Una seconda curiosità: sulla destra del sentiero si è in Toscana, sulla sinistra in Emilia Romagna. Si giunge così al Passo dello Strofinatoio (dopo 40 minuti) e si incontra un trittico di sentieri: quello sulla destra scende verso il Passo del Cancellino, quello a sinistra verso il (visibile) Rifugio Sasseto. Ma per arrivare al Corno alle Scale occorre continuare diritto, superando un blocco di rocce su cui occorrerà arrampicarsi. All’inizio quel cambio di passo potrebbe spaventare, ma in realtà è molto più facile di quanto si pensi.
Il sentiero per il Corno alle Scale |
Superato questo ostacolo si continuerà seguendo la cresta del monte. Si incontrerà un secondo gruppo di rocce, meno difficili ma più “noiose” (dopo 10 minuti). E piano piano si vedrà la croce del Corno alle Scale diventare sempre più grande e vicina, fino a ritrovarsi in vetta.
Il sentiero per il Corno alle Scale |
In vetta, a 1945 m s.l.m., non è stato facile restare per via del troppo vento. In autunno il freddo non permette di godersi al meglio il momento. Perciò abbiamo intrapreso subito dopo la discesa a ridosso della croce stessa, molto panoramica, che fiancheggia il burrone. Anch’essa non è difficile da percorrere, ma la presenza della scarpata a circa 2 metri dal sentiero potrebbe non piacere. Il sentiero scende molto velocemente e in meno di 20 minuti porta al Rifugio delle Rocce. Qui abbiamo sostato per pranzo, ponendoci sul fianco del rifugio non esposto ai venti.
Il sentiero per il Corno alle Scale in prossimità della vetta |
Una volta terminato il pasto abbiamo proseguito lungo la mulattiera sotto il rifugio, utilizzata per trasportare i rifornimenti. Da essa, orientandoci visivamente, abbiamo tagliato nel boschetto sottostante fino ad arrivare a destinazione. In quest’ultima scelta abbiamo fatto una cosa che in montagna potrebbe essere pericolosa: quella di orientarsi visivamente, lasciando il sentiero. Non consiglio di imitare la cosa, soprattutto nelle ore pomeridiane in cui la luce si riduce.
Tempistiche a/r: 2 ore e 30 minuti.
La vista dalla vetta |
COME ARRIVARE PRESSO LA LOCALITÀ DI CAVONE (INIZIO SENTIERO)
Per chi ha il navigatore basterà ricercare le indicazioni o per il “Rifugio Cavone”, o per il “Comprensorio Sciistico del Corno alle Scale”. Altrimenti lungo la Porrettana bisognerà dirigersi verso Lizzano in Belvedere e da lì in località Vidiciatico. Seguendo la SP71 si giungerà a destinazione.
COSA VEDERE NELLE VICINANZE DEL CORNO ALLE SCALE
Riscendendo in macchina verso il Rifugio Hotel dell’Acero, si potrà vedere il Santuario della Madonna dell’Acero. Da lì intraprendere il sentiero che condurrà fino alle Cascate del Dardagna. Questa località è molto apprezzata durante la stagione autunnale per via del foliage.
IL DOPO ESCURSIONE
Al termine di ogni escursione vado alla ricerca di un bar. Nelle stagioni calde per godermi una birra rigenerativa, nelle stagioni invernali per una bevanda calda. Mi è capitato sia di sostare presso il bar dell’Hotel dell’Acero, sia nella località di Vidiciatico. Quest’ultima è il primo centro abitato che si incontra sul percorso e di peculiarità ha il campanile della Chiesa di San Pietro. Continuando a scendere si giunge a Lizzano in Belvedere, località famosa soprattutto per i combattimenti della Seconda Guerra Mondiale.
CONSIGLI
Lungo il percorso ho incontrato decine e decine di padroni con i loro cani. È un qualcosa sicuramente di bello. Ma ho annotato due cose: 1) c’erano dei cani terrorizzati dal percorso, soprattutto nei punti rocciosi, 2) ci sono tante processionarie a terra e per un cane potrebbero essere pericolosissime.
A proposito di processionarie esse potrebbero attirare l’attenzione dei curiosi. Sono molto grandi e alle volte le si notano al bordo del percorso. Sono dei veri e propri bruchi, ma potrebbero rovinare l’escursione a chiunque. Se toccate rilasciano un composto urticante in grado di portare irritazioni cutanee, asma e congiuntivite.
Non è un percorso difficile ed è potenzialmente alla portata di tutti.
È fondamentale avere scarpe da trekking. Consigliato anche l’uso dei bastoncini.
Il sentiero per il Corno alle Scale |
Articolo scritto: Ottobre 2020.
Ultima modifica: Ottobre 2020
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