Visitare i luoghi di Enzo Biagi sull'Appennino Bolognese

Il giornalista Enzo Biagi nacque nel 1920 a Lizzano in Belvedere e visse i primi anni della sua vita a Pianaccio. In questa piccola frazione, completamente immersa nella natura, si possono visitare alcuni dei suoi luoghi, come il Centro Documentale e la sua tomba.

BIagi casa natale
Pianaccio, la Casa Natale di Enzo Biagi


Lo conosciamo tutti per la sua attività giornalistica e per quella vita spesa fra le pagine di un giornale e gli approfondimenti dei suoi programmi televisivi. Inchieste, servizi e interviste che hanno reso Enzo Biagi un volto celebre dell’Italia del dopo guerra. Eppure fra l’Enzo Biagi che lasciò il piccolo paese di Pianaccio, e l’Enzo Biagi che ricordiamo, c’è stata una sequenza di avvenimenti che lo hanno plasmato fino a portarlo a una maturità completa. Lo hanno reso un uomo libero, al di sopra di qualsiasi pensiero o dinamica politica.

L’infanzia di Biagi era quella di tanti bambini cresciuti sotto il fascismo. Fascismo che ordinò la soppressione della prima rivista cofondata da Biagi: il "Picchio". Da lì i primi lavori e la chiamata alle armi. Ma non andò mai sul fronte, per via dei suoi problemi fisici. I suoi compagni di classe sì e alcuni trovarono la morte in Russia, nella disfatta di Stalingrado. Si sposò e fuggì nelle montagne, lasciando momentaneamente Bologna.

Biagi pianaccio
Pianaccio, il Centro Documentale Biagi


Intanto nelle montagne bolognesi i partigiani si erano organizzati. E lungo la Porrettana, in quella che successivamente sarà la linea gotica, la popolazione corse alle armi in difesa della propria terra. Biagi si arruolò ai partigiani, ma per via del fisico gracile fu allontanato dal campo di battaglia. Tuttavia restò in contatto con i partigiani e divenne il redattore della rivista “Il Patriota”, successivamente repressa dai tedeschi. Al termine della guerra entrò a Bologna con gli alleati e fu lui ad annunciare ai microfoni del Psychological Warfare Branch la liberazione.

Da lì Biagi cominciò la sua carriera, spostandosi fra l’Italia e il mondo. Ma nonostante i tanti viaggi e gli anni lontani dalla sua terra natia, Pianaccio ha sempre rappresentato un angolo di cuore in cui sarebbe voluto tornare. Se non per la vita carnale per quella eterna.

centro documentale biagi
Pianaccio, il Centro Documentale Biagi



IL CENTRO DOCUMENTALE ENZO BIAGI

Arrivando a Pianaccio in automobile il primo grande edificio che si incontra a ridosso della strada è un elegante palazzo anni ’20. Si trova subito dopo il belvedere e anticipa la curva che immette nel centro abitato. Esso non ospita solo è il più grande Centro Visita del Parco, ma anche il Centro Documentale Enzo Biagi. I quattro piani mettono assieme sia quelli che sono approfondimenti sulla flora e la fauna del territorio, sia la vita del celebre giornalista, nato in questa località nel 1920. Di suo sono conservati ed esposti, scritti, oggetti e filmati che ripercorrono la sua carriera giornalistica.

All’esterno dell’edificio un murale raffigura i tratti somatici di Biagi, mentre una scritta si mette in mostra sulla facciata rosa. Si legge una sua citazione: “ho girato il mondo da cronista, ma in fondo non sono mai andato via da Pianaccio”. C’è una statua realizzata dall’artista giapponese Yazuiuki Morimoto: rappresenta il giornalista seduto sulla panchina che guarda chi gli siede di fianco.

Pianaccio, particolare del Centro Documentale Biagi



VIA ENZO BIAGI

Un cartello stradale in ghisa si erge nella via principale del paese. Segna Via Enzo Biagi, già Via Maggiore. Una via che attraversa l’intera frazione di Pianaccio passando dinanzi la Chiesa dei Santi Giacomo e Anna. Sulla facciata di questo edificio una stele ricorda i cittadini che morirono per la patria durante la prima guerra mondiale. Ma non ci sono altre iscrizioni che ricordano i morti della seconda guerra mondiale. Eppure qui i tedeschi fecero molto male alle popolazioni locali. Si scannarono sui civili: su quelle famiglie che ebbero la sfortuna di vivere lungo la linea gotica.

E a proposito di civili, Via Enzo Biagi termina laddove comincia Piazza Don Giovanni Fornasini. La storia di quest’uomo ha molto in comune con quella di Enzo Biagi. Primo perché i due erano quasi coetanei, in secondo perché entrambi vissero qui i primi anni della loro vita. Ma soprattutto in quanto furono due partigiani a loro modo. Biagi non fu il partigiano di prima linea, ma contribuì sia come staffetta, sia come redattore della rivista “Patrioti”, a sposare la causa dei difensori della patria. Don Giovanni Fornesini, invece, appoggiò in tutti i modi la Brigata Stella Rossa, costituita dai partigiani di Monte Sole. E proprio nell’altopiano il giovane prete trovò la morte, per mano di un ufficiale nazista. Il suo corpo fu ritrovato tempo dopo, decapitato.

Enzo Biagi Pianaccio
Pianaccio, Via Enzo Biagi



LA TOMBA DI ENZO BIAGI

La sua tomba si trova nel piccolo cimitero del paese. Non c’è una strada carrabile con cui arrivarci, ma una via sterrata: la stessa che dopo alcuni metri diviene un sentiero del CAI. La si intraprende proprio davanti al Centro Documentale Enzo Biagi ed è segnalata da un cartello posto all’inizio della via.
Il cimitero è molto piccolo, con una cappella al centro e un muretto basso che lo separa dalla vita. Nessun rumore: ma suoni. Suoni della natura. Come il fruscio delle foglie al vento, come il torrente che scorre in basso, come gli animali che fuggono fra i cespugli, o almeno credo siano animali. Il tutto completamente immerso nel bosco.

La tomba la si scorge subito. È semplice, molto semplice. E non entra in competizione con l’armonia delle altre lapidi. Non si distingue. Ha un’aiuola in basso su cui qualcuno ha lasciato fiori finti, sbiaditi dal sole, divenuti giallognoli. E questa mancata distinzione mi fa pensare che forse Enzo Biagi sia rimasta una semplice persona fra i suoi conterranei. Tutte le lapidi sono rivolte verso il verde della natura: perché i sepolti possano essere dimenticati dal tempo in un luogo di assoluta pace.

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Pianaccio, la tomba di Enzo Biagi



COME ARRIVARE A PIANACCIO

Da Porretta Terme, SP64, che collega Bologna a Pistoia, seguire le indicazioni per Lizzano in Belvedere, SP324, e risalire la strada fino alla frazione di Panigale. Da qui svoltare a sinistra al bivio per Pianaccio e proseguire per un paio di km. Al bivio successivo svoltare sulla sinistra seguendo le indicazioni per Pianaccio.

statua biagi pianaccio
Pianaccio, statua di Enzo Biagi dell’artista giapponese Yazuiuki Morimoto



COSA VEDERE NELLE VICINANZE DI PIANACCIO

Le montagne che circondano il centro abitato di Pianaccio possiedono alcuni luoghi di pregio che meritano di essere visitati. Innanzitutto nelle immediate vicinanze si trova il Rifugio Segavecchia. Esso è il punto di partenza per alcuni trekking, ma anche escursioni a cavallo e in mountain bike. Da qui si può salire fino al Corno alle Scale oppure al Monte la Nuda. Sempre nelle vicinanze di Pianaccio si trova Monteacuto delle Alpi, un piccolo borgo con vista panoramica.

Uscendo e spostandosi verso Lizzano in Belvedere, e oltre, si potranno visite sia il Santuario della Madonna dell’Acero, sia le Cascate del Dardagna. Proseguendo oltre si potrà intraprendere uno dei sentieri che conduce al Corno alle Scale e al Lago Scaffaiolo. Scendendo verso Porretta Terme si avrà la possibilità di entrare nel fitto bosco per vedere il Santuario della Madonna del Faggio. Poco prima il suggestivo borgo di Tresana.


CONSIGLI

Prima di visitare i luoghi di Enzo Biagi, consiglio di leggere uno dei suoi libri autobiografici. Quello che mi è tornato utile è stato "Era Ieri", scritto nel 2005 e pubblicato dalla Rizzoli.


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Articolo Scritto: Aprile 2021.
Ultima modifica: Aprile 2021.

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